XL, l'house organ di OPES anno 1, n°8, ottobre 2019 | Page 23

mistici di un padre che è cresciuto e diventato uomo insieme a Totti, un altro è osservare con i propri occhi da bambino le capacità e le qualità di quell’uomo con la maglia numero 10 di cui tanto si è sentito parlare. La testimonianza diretta, rispetto ad una orale e magari piena di enfasi e ricordi, ha un altro impatto nella mente di un individuo o di un bambino che sogna di emulare quell’uomo di 43 anni, nato a Porta Metronia e diventato leggenda nella Capitale. XL / Ottobre 2019 Quando mancavano pochi minuti alle ore 21:00, orario ufficiale del fischio d’inizio, Francesco Totti è sceso in campo con il suo passo cadenzato per il riscaldamento. Nel suo volto è balenato un senso di stupore nel vedere ai bordi del campo tutti quei professionisti dell’informazione e della comunicazione che lo hanno seguito negli anni precedenti, quando vestiva la maglia giallorossa. Erano tutti lì per lui, per la sua nuova avventura, per registrare la notizia di un nuovo inizio dopo aver detto addio al calcio e arrivederci a quella società che era la sua seconda pelle, l’As Roma. Per il campione giocare nel campionato della Lega Calcio a 8 significa trascorrere del tempo con gli amici, divertirsi e dare ancora del “tu” a quella sfera che è stata, e lo è ancora, compagna, amica e confidente. Fosse stato per lui, avrebbe fatto a meno di telecamere, taccuini e microfoni. Ma visto che le testate giornalistiche accreditate erano lì, non si è sottratto alla raffica di domande. Ad accompagnare le sue parole e a disarmare le domande dei giornalisti non sono mancati il sorriso e le frasi ad effetto piene di ironia. «Se sto male, no – rispondeva così Totti a chi gli chiedeva se avrebbe giocato tutte le partite del campionato –. Se il mister mi farà giocare, credo di sì, ci sarò». Davanti ai microfoni è stato abile a dribblare anche le domande sul suo futuro ed anche di un suo possibile impiego nella Nazionale di Calcio a 8: «L’azzurro? – ha continuato il campione che è sceso in campo anche per una giusta causa, come sostenere la Campagna sociale “Frammenti di luce” della Fondazione Bambin Gesù - Mi sono vestito di nero apposta». Si è smarcato con naturalezza, ma la sua presenza in un simile campionato non può non aver fatto sognare i massimi dirigenti del movimento del minifootball italiano. Il debutto di Totti è stato un susseguirsi di spie rosse delle telecamere accese e pronte a seguire ogni suo passo sul rettangolo verde, di espressioni che raccontavano ogni suo movimento o giocata e di flash che immortalavano ogni secondo della sua partita. Lì, in mezzo al terreno di gioco, lui si è preso subito la scena, recitando la sua migliore parte e 23