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Un tempo l’uva di questo vitigno veniva pure consuma- ta come uva da tavola ed era esportata soprattutto in Germa- nia sotto il nome di “Gold Trauben” (“Uva d’oro”). Attualmente il Bombino bianco è ancora coltivato in Puglia, specialmente nella provincia di Foggia (S. Severo, Torre- maggiore, Apricena). In quest regione viene detto anche “Bon- vino” (ossia “Buon vino”) e “Bammino” (cioè “Bambino”). È coltivato anche negli Abruzzi, nel Molise e nelle Marche. Fra i vitigni ad uva nera, coltivati nei secoli passati, merita un accenno l’Aleatico, che vanta numerosissimi sino- nimi fra cui: “Uva liatica”, “Aliatico”, “Leatico”, “Aleatico nero della Toscana”, “Aleatico gentile” ecc. Il vitigno, introdotto probabilmente dai Greci in Italia in tempi remoti, è noto fin dal Trecento ed è diffuso un po’ ovun- que nel nostro Paese (in particolare in Lazio e in Puglia), «ma dove gode maggior favore è certamente in alcune zone della Toscana e specialmente l’Isola d’Elba. Il suo caratteristico aroma lo fa distinguere da ogni altra uva sebbene in qualche luogo lo si confonda col “Moscato nero”… occorre poi tenere presente che in Toscana le varietà di “Aleatico” sono diverse» 59) . Predilige clima caldo, terreni collinari sciolti e bene esposti. È abbastanza resistente alle avversità atmosferiche e alle principali malattie crittogamiche e dà un prodotto co - stante di maturazione piuttosto tardiva. Presenta un grappolo di formato medio, con acini rotondi di colore blu scuro; l’uva ha il caratteristico sapore del mosca- to dolce, benché il suo sia un aroma del tutto speciale. Dà origine ad alcuni dei più tipici vini liquorosi italiani, tra i quali l’Aleatico di Puglia, l’Aleatico dell’Elba (Portofer- raio) e l’Aleatico di Gradoli (Viterbo). Il vino è dolce, aroma- Breviglieri N. - Casini E., “Aleatico”, in “Principali vitigni da vino col- tivati in Italia”, Vol. II, Treviso 1962. 59) 50