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armonico, con leggero fondo amarognolo; il colore è giallo più o meno carico, a volte anche ambrato; l’odore è vinoso 55) . Il Trebbiano verde si può annoverare fra gli altri Treb- biani, anche se le sue caratteristiche assomigliano di più a quelle del Verdicchio marchigiano. Un tempo era molto diffuso nei Castelli Romani; oggi la sua presenza è limitata, tuttavia viene ancora vinificato con altre uve bianche per produrre gli ottimi vini bianchi di quelle zone. A differenza del T. giallo, questo vitigno ha un porta- mento di medio vigore, tralci mezzani di colore grigiastro con punti nerastri e internodi piuttosto corti. Il grappolo ha forma piramidale con acini piccoli e rotondi a buccia sottile di colore giallo-verdastro. La polpa è sciolta ed ha sapore dolce, molto gustoso. A proposito delle caratteristiche di questo vitigno, Giu- seppe Acerbi scriveva: «Qualità comuni, ed atte a produrre un vino forte ed asciutto. Serbevole ancora per una parte d’in- verno ad uso di tavola» 56) . Del Bianco di Velletri o Bellone, conosciuto fin dai tempi dell’antica Roma e ancora oggi ampiamente coltivato nel Lazio, specialmente fra Velletri e Latina, Tonnarelli Gras- setti ha scritto: «Il “Bello Velletrano” o “Bellone” o “Cac- chione” è il capostipite di una numerosa serie di “Belli”, assai diffusi nella provincia di Roma. Il “Bellone” in alcuni anni dà una produzione abbondantissima ed al contrario del “Bello Velletrano”, ama terre leggere e profonde . Il vino ha sempre uno o due gradi più del precedente» 57) . Cfr. Prosperi V. - Pirovano A. - Bruni B., Trebbiano giallo, in “Principa- li vitigni da vino coltivati in Italia”, vol. IV, Treviso 1965. 55) Acerbi G., Delle viti italiane o sia Materiali per servire alla classificazione, Milano 1825, p. 135. 56) 57) Tonnarelli - Grassetti A., La viticoltura, p. 13. 48