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sola , quest ’ uva dà un prodotto da pasto non sempre gradito a causa del sapore caratteristico ; quest ’ ultimo può però migliorare se l ’ uva viene unita ad altre varietà .
Coltivata molto intensamente nel Lazio e , in particolare , nei Castelli Romani 50 ) , la Malvasia di Candia si è poi diffusa come vitigno complementare in altre zone come le Marche , l ’ Umbria , la Toscana e la Liguria .
Si ritiene che i Veneziani conoscessero molto bene , ancora nel XIII secolo , questo vitigno che cresceva nell ’ isola di Creta , un tempo nota col nome di Candia . Il vino era molto conosciuto a Roma anche durante il pontificato di Pao lo III Farnese .
Ben diversa dalla Malvasia bianca di Candia è la “ Malvasia del Lazio ”, detta anche “ Malvasia nostrale ”, “ Malvasia gentile ”, “ Malvasia col puntino ” o “ puntinata ”. Quest ’ ultimo sinonimo deriva dal fatto che l ’ acino è cosparso di punteggiature e macchie marroni .
Nella prima metà del secolo scorso Vincenzo Prosperi , a proposito di quest ’ uva , così annotava : « Un tempo molto diffusa per la finezza dei suoi prodotti , occupa oggi una superficie limitata a causa della scarsa produzione che se ne ottiene e della estrema sensibilità del vitigno a tutte le avversità e a tutte le malattie » 51 ) .
Anche per altri autori questo vitigno dà scarsa produzione , in compenso i suoi vini sono ottimi 52 ) . Una volta , infatti ,
50 )
« Detta Malvasia di Candia si trova coltivata anche nei colli attorno a Roma , dove va sempre più diffondendosi per la sua resistenza alla peronospera , e concorre col Trebbiano di Velletri alla produzione del vino bianco detto dei Castelli » ( Marzotto N ., Uve da vino , vol . II , Vicenza 1925 ).
51 )
Prosperi V ., I vini pregiati dei Castelli Romani , Roma 1939 , p . 13 .
52 )
Tonnarelli - Grassetti A ., La viticoltura e l ’ enologia nel territorio di Velletri , Velletri 193 ., p . 13 .
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