Un altro metodo per dolcificare il vino consisteva nel-
l’aggiungere miele: ne derivava una bevanda appiccicosa
chiamata mulsum, che si beveva come aperitivo.
Per dolcificare i vini che erano diventati troppo secchi, i
Romani avevano anche inventato il “mosto permanente”
(semper mustum) che si otteneva immergendo le anfore col
mosto in fermento in acqua fredda dove rimanevano fino
all’inverno.
Un accenno va fatto anche ai vini “speziati”, ossia ai
vini cotti nei quali venivano fatte macerare erbe aromatiche,
spezie o resine all’usanza degli antichi Greci. Uno degli aromi
più usati per fare il vino speziato (o “greco”) era l’assenzio,
ma si usavano anche petali di rosa, violette, menta e pepe.
Per i Romani un buon vino si riconosceva dal fatto che
invecchiava bene. Essi non conoscevano metodi per aumen-
tare il contenuto di alcool, però facevano una netta distinzio-
ne fra i vini dolci e forti, che invecchiavano all’aria aperta, e i
vini più deboli, che andavano tenuti in anfore in terrate 31) .
31)
Cfr. Johnson H., Il vino - storia tradizioni cultura, Padova 1991.
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