zione del vino furono scarsamente esercitate , anche se la pianta era tenuta in grande considerazione sia dai Sabini sia dai Latini e sacra era altresì considerata l ’ arte di preparare il vino .
La vite era la pianta prediletta degli dei e proprio per questo era degna addirittura di venerazione ; infatti i tralci assumevano un significato simbolico nelle cerimonie religiose e nelle feste poiché significavano l ’ abbondanza e la prosperità : col legno duro e flessibile dei tralci si facevano le parti decorative delle costruzioni e , secondo lo storico Tacito ( 55-120 ), le verghe che si usavano per picchiare i soldati erano pure di vite 7 ) .
Anche la vendemmia dell ’ uva era festeggiata con sacre funzioni dedicate al dio Bacco . A Roma essa aveva inizio il 19 agosto con le feste dette Vinalia (“ Vinali ”), istituite per implorare dagli dei una stagione propizia ed un abbondante raccolto ; iniziavano con una cerimonia religiosa nella quale il flamine Diale 8 ) sacrificava un agnello e , raccogliendo per primo alcuni grappoli , ordinava di dar inizio alla raccolta .
Molto antichi nel Lazio furono anche il culto di Saturno e quello di Giano 9 ) , seguiti non molto dopo da quello di Bacco . A Saturno venne attribuito il merito di essere stato uno dei primi piantatori di viti ( vitisator ), mentre Virgilio chiama addirittura Vitisator il capostipite dei Sabini 10 ) .
Ma dei e mitologia a parte , resta il fatto che i vini dei Romani non furono famosi fin dall ’ inizio , ma ebbero rino-
7 )
Annali , I , 23 , Torino 1969 , p . 114 .
8 )
Nell ’ antica Roma era chiamato flamine ( flamen ) il sacerdote addetto a qualche divinità ; il flamen Dialis era il sacerdote di Giove .
9 )
Uno dei più antichi dei romani . Veniva rappresentato con due volti ed era venerato come creatore del mondo .
10 )
Virgilio , Eneide , VII , 178 : «… paterque Sabinus / vitisator , curvam servans sub imagine falcem …» («… e il padre Sabino / primo seminatore della vite , / con la falce / ricurva ai piedi della statua …»).
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