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Verso la fine del secolo XIX la produzione annua di que- sto vino si aggirava sui 35.000 ettolitri. Tuttavia, nei tempi passati, l’interesse per il vitigno era soltanto locale, mentre le sue uve erano usate quasi esclusivamente per la produzione contadina di vini “nonesi”; e perciò la varietà è stata a lungo sottovalutata. La “salvezza” e la valorizzazione del Groppello si devo- no soprattutto all’opera perseverante e tenace di Augusto Za- dra, “irriducibile” di Revò, che ha saputo dimostrare ed evi- denziare, in modo del tutto encomiabile, le straordinarie potenzialità di questo antico vitigno 82) . Il Groppello di Revò è di buona produttività, di matura- zione medio-tardiva ed è abbastanza sensibile alla botrite. Il grappolo è grosso, abbastanza compatto, cilindrico; l’acino è medio, ha forma sferoidale, colore blu-nero e sapo- re neutro. Il vino è fresco e leggermente agrumato, media- mente corposo, tannico, con colore rosso rubino tendente al violetto e profumo a nota fruttata che ricorda la ciliegia e le spezie. 82) Cfr. Proposta Vini, Groppello di Revò, in “Vini dell’Angelo”, p. 33. 54