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ampelografiche nazionali . Infatti , nella poderosa “ Ampelografia ”, redatta nel 1906 dal professore vicentino Girolamo Molon ( 1860-1937 ), mentre vengono descritte numerose “ Negrare ” o “ Negrere ”, non si fa cenno di quella che era largamente coltivata nel Trentino , specialmente a Rovereto , a Calliano , attorno a Trento , a Lavis e a San Michele ; e , più tardi anche a Merano 74 ) .
Nel secolo XIX Giuseppe Acerbi lo include fra le viti del Vicentino e ne dà una breve descrizione : « Dà un vino di molto colore , di molta forza , di buon sapore , e che resiste al caldo . L ’ uva è buona da mangiare » 75 ) .
Il vitigno era la varietà utilizzata di solito nelle cantine contadine del Trentino sia per ottenere un vino migliore sia per rinforzare l ’ intensità del colore di altri vini ( dato il colore particolarmente scuro del mosto ).
Dopo la ricostruzione postfillosserica questo vitigno fu abbandonato perché con l ’ innesto il vino diventava “ ordinario e sgraziato ” 76 ) .
La Negrara trentina è di buona produttività , anche se presenta maturazione tardiva e grande sensibilità alla peronospora e alla botrite .
74 )
Cfr . Dalmasso G ., Uve trentine : “ La Negrara ”, in “ L ’ Italia Agricola ”, Roma 1921 , pp . 49-50 . Vedi anche la nota 55 . Riguardo a ciò , è opportuno ricordare che fino alla Prima Guerra Mondiale il Trentino faceva parte del Tirolo , provincia appartenente all ’ Impero asburgico , e pertanto la classificazione delle sue uve era compresa , quasi sempre , solo negli elenchi austriaci .
75 )
Acerbi G ., Delle viti italiane o sia Materiali per servire alla classificazione , Milano 1825 , p . 219 .
76 )
Dai tecnici dell ’ Istituto Agrario di San Michele all ’ Adige è stato accertato che l ’ innesto su piede americano ha incentivato una vigoria varietale non compatibile con le caratteristiche originarie e che , proprio per questo motivo , il vitigno sembra avere perso parte della sua identità ( cfr . Giavedoni F . - Gily M ., Guida ai vitigni d ’ Italia , Bra ( CN ) 2011 , p . 317 ).
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