e alla “Pavana bianca” del Feltrino, mentre nel Trentino è la
Vernaccia, Vernazza o Vernaz 67) .
Nella Bassa Valsugana (da Novaledo a Primolano) la Ver-
naccia trentina è chiamata Cinese. Questo nome, nella zona
di Bassano del Grappa e sui Colli Euganei, era sinonimo di Se-
nese, perché riferibile ad un vitigno di provenienza toscana.
Lo stesso Giuseppe Acerbi, nel suo trattato “Delle viti italia-
ne”, lo definisce sinonimo di Vernaccia.
Dal nome “Vernaccia Senese” si è poi passati al solo
“Senese” e, infine, con una leggera storpiatura dei primi due
suoni, a “Cinese”, seguendo un tracciato che partendo dalla
Toscana e passando per i Colli Euganei, arriva in Valsuga-
na 68) .
Il professor Dalmasso riferisce che nel secolo XVIII la
“Bianchetta” era considerata uno dei migliori vitigni per i cli-
mi freddi di alcune province venete e che essa era coltivata
nella Marca trevigiana proprio come la Schiava bianca e la
Marzemina: tutte queste uve bianche erano dolci e buone an-
che da mangiare e si coglievano i primi di settembre 69) .
Prima dell’invasione della fillossera la Vernaccia trentina
svolgeva, nella nostra vitivinicoltura, un ruolo di primissimo
piano; in seguito la sua importanza andò sempre più dimi-
nuendo.
Il grappolo a maturità è medio, compatto, conico e mol-
to serrato; l’acino, pure medio, è subrotondo, pruinoso e con
la buccia verde-giallastra molto dura; la polpa è molto mucil-
laginosa e ha un sapore poco spiccato.
Cosmo I. - Polsinelli M. - Sardi F., Bianchetta trevigiana, in “Principali
vitigni da vino coltivati in Italia”, vol. II, Treviso 1962, p. I.
67)
68)
Cfr. Proposta Vini, Cinese, in “Vini dell’Angelo”, p. 7.
Cfr. Marescalchi A. - Dalmasso G., Storia della vite e del vino in Italia,
vol. III, Milano 1979, p. 538.
69)
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