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Sempre a questo riguardo , il Mariani riferisce , inoltre , che i vini trentini 48 ) erano molto apprezzati dai Tedeschi , i quali venivano a comperarli a caro prezzo e in grandi quantità , praticando il libero commercio non solo in tutto il Tirolo , ma anche in Svevia , in Baviera e in altre zone della Germania , in Austria e in Polonia . E aggiunge poi che uno spaccio straordinario dei nostri vini verso la Germania si poté registrare negli anni 1671 e 1672 , quando l ’ Olanda e le Fiandre , a causa della guerra allora in corso , misero “ al bando ” i vini francesi , richiedendo invece quelli del Reno ; con la conseguenza , per l ’ appunto , di una richiesta ancora maggiore dei vini trentini da parte tedesca 49 ) .
Purtroppo , agli inizi del XVIII secolo , una grande gelata venne a colpire drasticamente i vigneti europei , compresi quelli delle vallate alpine situati alle quote più elevate : così , malgrado l ’ usanza di interrare le viti durante l ’ inverno per preservarle dal gelo , molte varietà scomparvero definitivamente .
La forte richiesta di vino che ne conseguì provocò l ’ adozione di vitigni molto produttivi ma di qualità scadente , favorendo l ’ importazione di vini dalle zone meridionali . Contemporaneamente si rinnovarono gli impianti , soprattutto nelle zone collinari lungo il corso dell ’ Adige 50 ) , ma si tralasciarono del tutto le quote più elevate delle valli laterali nonché i luoghi più sfavorevoli quanto ad esposizione .
48 )
I vini citati dal Mariani nel suo libro sono quelli riportati alla nota 33 del presente lavoro . Altre varietà sono nominate altrove e fanno perlopiù riferimento al luogo d ’ origine , al colore o alla qualità come , ad esempio , la Vesentina , la Cinese , la Turca , il Negron , la Rossetta , la Biancazza , il Durello , l ’ Uva d ’ oro ecc ., senza consentire alcuna particolare identificazione .
49 )
Cfr . Mariani M ., Trento , p . 479 .
50 )
Fino all ’ epoca della regimazione degli argini , la valle dell ’ Adige non era coltivata a viti , se non in quelle zone che sfuggivano alle piene e che erano chiamate “ ischie ”.
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