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Le antiche osterie trentine Il periodo durante il quale si svolse il Concilio fu, come già s’è detto, sia per la città di Trento che per i Trentini tutti il più interessante della loro storia. Per quel che concerne l’aspetto architettonico-edilizio della città, nei decenni precedenti il grande avvenimento che avrebbe dominato la vita sociale ed economica nonché spiri- tuale dell’intera provincia, Trento ebbe a subire un profondo mutamento, messo in atto dall’allora Principe vescovo Ber- nardo Clesio: furono, infatti, abbattuti numerosi portici e ca- se, rifatte le facciate e ricostruite nuove case; e nel contempo anche molte osterie del centro scomparvero, mentre altre ne sorsero all’ombra dei grandi edifici. Un po’ alla volta, alla vecchia città medievale si sovrap- pose la città rinascimentale che possiamo ammirare ancora oggi nel centro storico gravitante attorno a Piazza del Duomo e al “Canton”. Quella fu sicuramente un’epoca d’oro anche per gli al- berghi e le osterie, che durante tutto il periodo conciliare au- mentarono di numero e godettero della massima notorietà, anche in virtù del fatto che la produzione vitivinicola aveva raggiunto il suo culmine. Le suddette strutture, che fino dai secoli precedenti ave- vano svolto il ruolo primario di dare ospitalità, cibo e pernot- tamento a pellegrini e viandanti, durante il Concilio accolse- ro soprattutto cronisti, signori e curiosi che non potevano contare su appoggi qualificati com’erano quelli offerti dalle case patrizie e della grande borghesia, che erano state aperte invece a principi laici, prelati e porporati 42) . 42) Cfr. Fox E., Storia, p. 83. 28