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mantovano Giano Pirro Pincio 39) nelle sue “Croniche di Trento”, laddove afferma che, per celebrare degnamente l’investitura di Bernardo Clesio a Principe Vescovo, nella piazza antistante il castello fu fatta costruire, per ordine del Principe stesso, una fontana «da cui scaturiva, e era versato eggreggio, e eccellente vino», verso la quale accorreva da ogni parte il popolo per trovare ristoro e conforto con quel dolce liquore 40) . Coppe d’oro e d’argento erano utilizzate in tutti i più importanti banchetti del Concilio e c’era pure l’usanza di no- minare coppieri del vescovo i nobili più rappresentativi del Principato, i quali ottenevano poi in dono, assieme all’ono- revole titolo di “pincerna”, anche la tazza d’oro o d’argento nella quale aveva bevuto lo stesso vescovo in occasione della presa di possesso del Principato. Talora i commensali d’Oltralpe, dopo aver tracannato tazze ricolme di vino, le sbattevano con forza sul tavolo, cantando a voce spiegata di provare «gioia e sollazzo pari a quella di cinquecento porci nel guazzo»; ma i Padri conci- liari più... moderati affermavano, invece, che il vino bevuto con misura dà gioia all’animo e al cuore e dona salute al corpo 41) . Noto anche come Giampiero Penci, storico e filologo mantovano vis- suto nel XVI secolo. Nel 1508 venne a Trento come pubblico maestro di retorica e di grammatica e qui soggiornò per una decina d’anni; nel 1546 fece pubblicare a Mantova le “Croniche”, scritte in latino sotto il titolo di Cronicon Tridentinus. 39) Cfr. Pincio G. P., Annali, overo Croniche di Trento, Trento 1648, p. 196, rist. anast. Bologna 1987. 40) 41) Cfr. Bertoluzza A., Quando, p. 132. 27