VCi - proposta vini PROPOSTAvini_vol7_TRENTO_ok2 | Page 22

Il Concilio di Trento Trento e i suoi vini nel secolo del Concilio Fino agli inizi del secolo XVI si può dire che la viticol- tura trentina fosse praticata con metodi perlopiù arcaici, in forma promiscua e su superfici minime, situate quasi sempre in zone impervie e spesso ad altimetria elevata; tuttavia, fino a questo periodo, il vino prodotto era destinato prevalente- mente all’autoconsumo. Il passaggio da produzioni per il consumo locale ad altre destinate a mercati più lontani avvenne tramite la complicità del Concilio di Trento (1545-1563) che, portando qui da noi prelati di tutta Europa, creò un mercato di vini pregiati, adat- ti a soddisfare i gusti di consumatori raffinati. Attorno alla città erano presenti alcuni vitigni prove- nienti da zone mediterranee, quali i Moscati (Moscatelli bian- chi e neri), le Malvasie, lo Zibibbo e la Garganega, giunti al seguito dei prelati intervenuti nei lavori del Concilio per sod- disfare la richiesta dei vini che allora andavano di moda, os- sia i famosi “vini greci”, peraltro noti in Europa, come già s’è detto, attraverso il commercio di Venezia 28) . Di particolare importanza, al fine di comprendere il no- me dei vitigni coltivati nel Trentino nei secoli XV e XVI, è la descrizione che ne fa Michelangelo Mariani, storiografo del Concilio di Trento 29) . 28) Cfr. Scienza A., I vitigni, p. 270. Bresciano, soggiornò a Trento dal 1667 al 1673: acuto osservatore, in- dagatore di storia, di costumi e di economia, scrisse il noto volume Tren- to con il Sacro Concilio et altri notabili. Aggiunte varie Cose Miscellanee Uni- versali, in tre libri. Il Concilio di Trento gli servì da pretesto per esporre, 29) 21