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tini e l ’ intero Principato divenne pressoché un prolungamento del Tirolo stesso alla stregua di uno stato di passo , il vino , assieme al legname , funse da elemento propulsore nel proiettare la vite a quote molto elevate costringendo i viticoltori locali a tecniche di coltivazione più minuziose e attente .
Così , mentre il legname fluitava verso Sud ( Verona , Venezia e Ferrara ), il vino saliva verso Nord ( Austria , Germania e Polonia ) 15 ) .
Nel secolo XI il vino trentino si era dunque definitivamente affermato : da inconfutabili documenti dell ’ epoca sappiamo , infatti , che nel 1060 erano ben 25 i conventi bavaresi che possedevano vigneti in quel di Bolzano e di Trento , in particolare attorno alla Badia di San Lorenzo ( fondata nel 1200 dai Benedettini e passata nel 1235 ai Domenicani ) dove si estendeva , sempre a detta dei documenti , una vigna ampia e fiorente .
In epoca feudale , in particolare nei secoli XII e XIII , gli statuti emanati in materia e i bandi , con i quali i signori e i vescovi , padroni delle terre , regolavano il tempo della vendemmia , stanno a testimoniare come la produzione e il commercio del vino fossero effettivamente le principali attività economiche del Trentino .
Il fatto che la coltura della vite fosse stata intensiva per gran parte del Medioevo è dimostrato sia dalle norme contenute nelle “ Carte di Regola ” o “ Statuti dei Comuni Trentini ”, risalenti al ’ 300 e ’ 400 , sia dagli articoli contenuti nel libro dell ’ Officio dei Sindaci per la città di Trento , riguardanti il commercio al minuto dei vini e le pene per i crimini del taglio , dei guasti e dei danni arrecati a viti , alberi , biade e cose consimili .
gionale della vite e del vino in Italia - Trentino ”, San Michele all ’ Adige ( TN ) 2012 , p . 183 ).
15 )
Cfr . Andreolli B ., Dal Medioevo , pp . 179-180 .
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