Il grappolo a maturità è grande, conico, tozzo, abba-
stanza fitto; l’acino è di grandezza media, tondeggiante, con
buccia abbastanza pruinosa, colore blu scuro, succo incolore
e polpa succosa. Vinificato da solo, dà un vino da pasto assai
pregiato, mediamente alcolico, ricco di corpo e di colore, con
sapore amarognolo però gradevole.
Un antico vitigno tipico della Valtellina è la Rossola,
detta anche “Rossera” o “Rossola nera”. La sua origine, sicu-
ramente antica, è tuttavia sconosciuta, mentre le prime noti-
zie ampelografiche risalgono solamente al secolo XVI. Il
nome deriva, molto probabilmente, dal colore rossastro della
bacca quando è matura.
La pianta è rustica e di facile adattabilità ed è perciò
abbastanza importante per la viticoltura locale. Accanto alla
Chiavennasca, primo vitigno della zona, svolge un ruolo
complementare assieme ad altri meno noti.
Il grappolo, piccolo e di forma cilindrica o piramidale,
ha un aspetto molto compatto. Gli acini hanno la buccia
pruinosa, sottile, di color verde giallo che si tinge di rosa o
rosso violetto nelle parti esposte al sole; la polpa è molle,
succosa, dal sapore acidulo. Il vino ottenuto non è molto
carico di colore, è sapido e gradevole, di buona acidità e fre-
schezza.
La Pignola, detta anche “Pignolo”, “Pignola valtelline-
se”, “Pignolo spanna”, è presumibilmente di origine piemon-
tese e si è diffusa successivamente in Valtellina, dov’era sicu-
ramente coltivata nei secoli XV e XVI.
Nella sua opera Andrea Bacci, a proposito dei vini delle
campagne al di là del Po, afferma che «… tra altri di tipo
comune Pavia ha un particolare genere di uva, quella che
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