Le prime notizie relative al Groppello gentile si trovano
nell’opera di Agostino Gallo 52) e del Bacci 53) . Il nome deriva da
“grop”, che in dialetto veneto significa “nodo”, per sottoli-
neare la compattezza del grappolo. Nel passato era presente
nel Veneto (Treviso, Vicenza, Verona), nel Trentino (Val di
Non) e in Lombardia (sulla sponda bresciana del Garda,
soprattutto in quel di Salò, e nel Bergamasco), sostituito in
seguito da altri vitigni.
Il grappolo è di grandezza più che media, discretamente
compatto, di forma conico-cilindrica allungata; gli acini sono
sferoidali, di media grandezza, con buccia pruinosa molto
sottile, di colore blu violetto e polpa molle dal sapore neutro.
Il vino, di color rubino chiaro, è fragrante, asciutto,
mediamente alcolico, non privo di finezza.
Un altro vitigno popolare, conosciuto fin dall’antichità
e diffuso dai monaci benedettini nei loro possedimenti, è la
Crova. Era presente soprattutto nella zona di Bobbio e nella
Val Trebbia. Presenta vari sinonimi: “Crova di Bobbio”,
“Crova di Voghera”, “Crova nera”, “Corva”, “Corbera”.
Il suo nome deriva sia da “corvo”, per il colore intenso
della buccia degli acini, sia da “corba” o cesto per la durezza
della polpa che ne consentiva il trasporto in cesti.
«Lodo primamente che si piantino quelle che producono le uve Grop-
pelle nere morbide, per renderne di più delle gentili… Vero è che le Grop-
pelle gentili sono più delicate da mangiare, e fanno miglior vino, ben-
ché sia poco» (Gallo A., Le venti giornate dell’agricoltura e de’ piaceri della
vita, Brescia 1775, p. 91).
52)
«…nella zona circostante detta Franciacorta…è molto lodato il vino
Groppelium - Groppello - dal nome delle uve Groppelle così dette nel dia-
letto locale, e che gli italiani descrivono con i racemi raccolti in un
unico grappolo - in unum grupum -. Questo vino è di colore rosso e simi-
le ai vini Pignoli…» (Bacci A., Storia, libro VI, p. 61).
53)
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