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Noto in Toscana come “Colombana bianca” o “S. Co - lombano” o “Colombana di Peccioli”, il vitigno Verdea non ha nulla in comune con il “Verdiso” trevigiano, né con il “Verdicchio” dell’Italia centrale e neppure con la “Verdeca” del Tarantino (chiamata per errore “Verdea”). Le prime notizie relative a questo antico vitigno risalgo- no al ’300 e, fino da allora, con molta probabilità se ne uti- lizzava l’uva in Toscana per la trasformazione in vino. Attualmente è diffuso soprattutto nel Pisano e nel Pia- centino, perlopiù come uva da pasto. Come uva destinata alla vinificazione, lo si trova solo in provincia di Milano, sulle colline di S. Colombano al Lambro, dove se ne consiglia tuttora la coltura. Il grappolo è di media grandezza, piuttosto corto, ma grosso e compatto. L’acino è subrotondo, regolare, con buc- cia spessa e molto consistente, di colore verde-giallastro; la polpa è leggermente carnosa; il succo incolore e il sapore neu- tro, dolce e gradevole. Le prime notizie relative al Negrello, di cui non esisto- no sinonimi o nomi errati, risalgono alla fine del XII secolo. Ancora oggi viene coltivato sui terrazzi della località di S. Anna, nel comune di Sondrio. Il grappolo è medio piccolo, cilindrico, spesso molto compatto. L’acino è medio-grande con buccia pruinosa di colore blu nero; la polpa è molle e leggermente colorata con leggeri sapori erbacei.