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attestazioni di vigne e precisamente a Cosio nel 968 e nel 980, a Traona nel 992 e a Sondrio nel 994 19) . Le citazioni appaiono abbondanti anche per quel che riguarda il versante lombardo del Lago di Como, importan- tissimo al tempo di Gian Galeazzo Visconti, come si ricava dagli Statuti di Bellano (Lecco) 20) . E non senza meraviglia si apprende da altre fonti che la viticoltura era estesa anche alle campagne milanesi dove, secondo un ritmo di lode di Milano, scritto nell’anno 739, risulta che il territorio della metropoli lombarda abbondava di grano, di carni e di vini. Anche la zona dell’Oltrepò Pavese ha grandi tradizioni viticole che risalgono a tempi remoti. Pavia occupò una posi- zione di prestigio soprattutto sotto il regno longobardo, dive- nendone la capitale. Fra i secoli IX e XI la zona attraversò un periodo difficile sia per le lotte intestine fra feudatari, sotto il breve regno fondato da Carlo Magno, sia per le spaventose invasioni di Ungari e Saraceni. A conservare la viticoltura in questi territori gran merito va attribuito soprattutto al già citato monastero di Bobbio che produceva 300 anfore di vino nel suo nucleo centrale e al quale i coloni portavano altre 500 anfore, rimanendone (secondo il Volpe 21) ) circa un’anfora per famiglia. Cfr. Martinelli Perelli L., Note sulla diffusione della vite nel territorio val- tellinese nel Medioevo. Fonti e spunti di ricerca, in “2500 anni di cultura della vite nell’ambito alpino e cisalpino”, Trento 1996, p. 584. 19) Bellano è situata sulla sponda orientale del Lago di Como; già da prima del Mille di proprietà dell’arcivescovo di Milano, passò poi, come la Val- sassina, sotto il controllo dei Torriani, quindi venne in possesso ai Visconti alla fine del Duecento e dal 1370 godette del diritto di formu- lare i propri Statuti. 20) Gioacchino Volpe (L’Aquila 1876 - Santarcangelo di Romagna 1971), storico, pubblicò importanti studi sul Medioevo italiano. 21) 17