notevolmente anche su altri popoli stanziati al di qua e al di
là delle Alpi.
A partire dai secoli VI e V a. C. il vino ebbe a giocare un
ruolo molto importante nel commercio tra Greci ed Etruschi
e tra Etruschi e Celti transalpini 8) divenendo, in particolare
per gli Etruschi della pianura padana, un prodotto carico di
significati ideologici e religiosi, come testimoniano alcune
anfore venute alla luce abbastanza recentemente.
Nel corso di questi due secoli l’Italia nord-occidentale
rappresentò il luogo d’incontro anche tra gli Etruschi e gli
Insubri padani provocando il progressivo spostamento dei
Liguri dalle zone di pianura a quelle di montagna (Appen-
nino).
Dal punto di vista viticolo ciò comportò un grande pro-
gresso nelle tecniche di coltura della vite, come testimoniano
sia i ritrovamenti paleobotanici della vite coltivata sia quelli
relativi alla vinificazione e al consumo del vino (vasi, coppe,
crateri ecc.) che, a partire dal V secolo, andranno un po’ alla
volta a sostituire quelli di origine greca.
Ma è con l’arrivo del Romani che si hanno notizie più
precise sulla coltivazione della vite e sulle diverse varietà pre-
senti nella nostra Penisola. Dopo le grandi vittorie che diede-
ro a Roma il dominio del Mediterraneo (V-III sec. a. C.), gra-
zie soprattutto agli interscambi commerciali che si vennero a
creare, la vite e il vino assunsero maggiore importanza e le
tecniche agricole si fecero sempre più raffinate.
che prese il nome di “atestina” dai numerosi materiali ritrovati presso l’at-
tuale Este (in antico Ateste) (cfr. I. Fontanari Martinatti, La vite, p. 30).
8)
I Celti della Gallia Transalpina (così chiamata perché al di là delle Alpi
rispetto a Roma) abitavano negli attuali territori di Francia, Belgio, Sviz-
zera e Germania a ovest del Reno. Furono sottomessi da Cesare con le
guerre galliche (58-51 a. C.).
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