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gine all’ottimo vino liquoroso denominato “Recioto di Soave”. Un tempo abbastanza diffusa a Roncà e a Marzana Val- pantena, la Durella o Durola bianca, è coltivata anche nella provincia di Vicenza e a Massa Carrara. Negli Statuti di Custoza del 1292 è citata un’uva “du - rasena” che pare essere proprio l’antico ceppo dell’attuale Durella. Il vitigno, di notevole vigoria, dà una produzione ab - bondante e costante, anche se la maturazione è piuttosto tar- diva. Il grappolo è medio o piccolo, a forma piramidale, tozzo; l’acino ha buccia robusta, “dura” (da cui il nome), pruinosa e un po’ tannica. Il vino che deriva dall’uva “Durella” presenta un colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli, profumo vinoso fruttato e sapore molto acidulo, fresco e corposo. Si presta benissimo alla spumantizzazione 56) . Tra i vecchi vitigni ad uva bianca ricordiamo, infine, la Bigolona o Bigolara, coltivata un tempo nella Valpolicella e colà, come in altre zone (Illasi, Marano, Negrar, Cavaion) usata per fare “Vin Santo”. Il vitigno è di buona vigoria e di discreta produzione. Tuttavia, è soggetto ad attacchi di marciume (Botrytis), da cui il nome dialettale di “Smarzirola”. Il grappolo è grosso, compatto e cilindrico; l’acino è medio-grosso, con buccia pruinosa, consistente, di color verde-giallo punteggiata di marron; il succo è incolore, la polpa succosa e il sapore neutro. Le prime aziende produttrici di “Durello spumante” apparvero verso la fine degli anni Sessanta. Dopo un lungo e tormentato curriculum, con il D. P. R. 25/06/1987, si ebbe finalmente l’approvazione della denomi- nazione di origine controllata. 56) 50