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Verona al tempo degli Scaligeri I secoli XIII e XIV videro, a Verona, l’epopea dei Della Scala, la famiglia ghibellina che governò la città dal 1277 al 1387. Con Cangrande 41) , in particolare, la vita politica verone- se attraversò un periodo di grande splendore: la magnificenza e la generosità di questo Scaligero rimasero legate, oltre che alla sua grande ospitalità e munificenza, anche e soprattutto alle sue imprese di guerra che gli permisero di estendere sempre più i confini della Signoria fino a comprendere molte città della Marca Trevigiana, della Lombardia, dell’Emilia e della Toscana. In pochi decenni il dominio di Cangrande seppe impri- mere un volto davvero inconfondibile ai suoi territori, ancor oggi costellati di fortificazioni, le cui torri e mura coronate da merli si scorgono di lontano sulla sponda del Garda, nella pianura e in tutta la zona pedemontana, dalla Val d’Adige ai confini col Trevigiano 42) . Molti furono anche i progressi sociali realizzati dalla Signoria scaligera nel Trecento, benché le cronache del tempo riportino numerose gravi calamità riferite proprio a quel secolo, quali la peste (a più riprese), il terremoto nel 1367 e l’inondazione nel 1396. Nonostante queste sventure, Bartolomeo della Scala, nel 1304, e Cangrande, negli anni 1316-18 e 1320, ospitarono Potentissimo «Signore di Verona (1291-1329), il più splendido tra i nobili della famiglia Della Scala», fu capitano della Lega generale dei Ghibellini in Lombardia e venne eletto vicario imperiale dell’imperato- re Enrico VII. 41) Cfr. Brugnoli P., “Donna e regina delle terre italice”: realtà e immagine di Verona scaligera, in “Gli Scaligeri 1277-1387”, a cura di G. M. Varanini, Verona 1988, p. 215. 42) 39