rie dei villaggi di campagna dandosi, per l’appunto, al vino e
al gioco 40) .
Nella città di Verona le osterie furono determinanti per
la toponomastica: sono circa una trentina i toponimi urbani
derivati da insegne di osterie e si riferiscono perlopiù a vico-
li (“Due Mori”, “Cavalletto”, “Cigno”…) e a vie (“Leoncino”,
“Sole”, “Stella”, “Rosa”, “Scimmie”…).
In città le osterie trovarono posto perfino nel palazzo
comunale (della Ragione), come quella chiamata della “Lova-
ra”, o ai piedi di antiche torri, come quella detta del “Torraz-
zo alle Quattro Spade”.
Durante tutto il XIV secolo il più importante degli alber-
ghi veronesi fu quello della Spada (“a Spata”), situato vicino
al Palazzo dei Signori della Scala, che ne divennero in segui-
to i proprietari. I suoi ospiti erano soprattutto ambasciatori e
nobili che si recavano alla corte degli Scaligeri.
Verso la fine del XV secolo, presso le Arche Scaligere, fu
aperto l’albergo “Al Cavalletto”, che godette di buona fama
nel secolo successivo. In questo albergo alloggiò lo scrittore
francese Montaigne (1533-1592), il quale ne riportò un’otti-
ma impressione, soprattutto per il vitto.
40)
Cfr. Maroso G. - Varanini G. M., Vite, p. 62.
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