esse diventano sempre più complete e numerose verso la fine
del Settecento: in questo periodo le pubblicazioni riguardan-
ti la vite e il vino si vanno moltiplicando un po’ in tutta Ita-
lia, incentivate anche dalla fondazione a Verona, il 10 set-
tembre 1768, dell’Accademia di Agricoltura, che diede in
seguito un grandissimo impulso allo studio dei problemi
agrari e alla diffusione, tramite la stampa, di adeguate prati-
che tecniche e di sagge nozioni di economia rurale 23) .
Tuttavia, nel primo periodo di vita dell’Accademia vero-
nese, le notizie riguardanti la viticoltura e l’enologia furono
scarse; in seguito, con la pubblicazione periodica delle
“Osservazioni agrarie” sulle singole annate, si ebbe a parlare
ripetutamente anche di viti e di vini e di sistemi di fermen-
tazione del mosto, si passarono in rassegna i più famosi vini
antichi e moderni d’Italia e di Verona, si elencarono i princi-
pali vitigni coltivati nel Veronese, si suggerirono tecniche di
coltura e di vinificazione ecc.
I secoli XIX e XX
Nelle “Osservazioni Agrarie” della seconda metà del
secolo XIX si trovano menzionati pure i malanni che colpi-
rono la viticoltura: dapprima fu la famigerata “crittogama
della vite” (Oidium tuckeri) che nel 1851 fece la sua prima
apparizione un po’ dappertutto in Italia e, a poco a poco, fece
morire una grande quantità di viti, specialmente le vecchie,
Nel 1779 l’Accademia iniziò ad occuparsi anche di Commercio ed
Arti; nel 1895 essa assunse il nome di “Accademia d’agricoltura, scienze,
lettere, arti e commercio” e nel 1913 quello attuale di “Accademia d’A-
gricoltura, Scienze e Lettere” (cfr. Dalmasso G., Cenni storici sulla viticol-
tura e l’enologia del Veronese, in G. Dalmasso, - I. Cosmo - G. Dell’Olio,
“I vini pregiati della provincia di Verona”, cap. I, Roma 1939, p. 14).
23)
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