(Arezzo 1626 - Pisa 1698), medico presso la corte granducale
e grande estimatore del vino.
Nel componimento giocoso il Redi immagina che il dio,
di ritorno dalle Indie, fissi la sua sede insieme ad Arianna in
un prato di Poggio Imperiale e qui decanti le lodi del vino, il-
lustrandone pure le qualità. Dopo aver invitato Arianna a
mescergli la bevanda, Bacco proclama con entusiasmo il ce-
lebre verso: «Montepulciano d’ogni vino è il re».
Quando invece il poeta, nei versi precedenti, aveva
voluto esaltare il Chianti, così s’era espresso: «Del buon
Chianti il vin decrepito / Maestoso, / Imperioso / Mi passeg-
gia dentro il core, / E ne scaccia ogni strepito / Ogni affanno,
e ogni dolore…», proseguendo con l’elogio del «brillante
Carmignano»: «Così grato in sen mi piove / Ch’Ambrosia, e
Nettar non invidio a Giove. / … Che saria / Gran follia / E
bruttissimo peccato / Bevere il Carmignan, quando è an-
nacquato» 45) .
Il Redi, nel suo ditirambo, nomina moltissime qualità
di vini per i quali tesse lodi sperticate; oltre a quelli già ci-
tati, egli ricorda pure il “moscadello di Pietraia”, il “buria-
no” ed il “barbarossa” di Pescia, la “vernaccia di Pietrafitta”,
il “moscadello di Montalcino”, il “trebbiano”, la “malvagía
di Montegonzi”, il vino di “Lamporecchio”, di “Monte-
grappoli”, di “Val d’Ambra” , il “mezzograppolo” e nume-
rosi altri.
Nel 1716 il granduca volle disciplinare i vini di quattro
zone pregiate, ossia il Chianti, la Valdisieve, il Montalbano e
il Valdarno Superiore. Veniva adottato, per la prima volta, un
provvedimento di denominazione d’origine controllata. Da
niso. Nella letteratura moderna è un componimento giocoso in versi sul
tema dell’ebbrezza e dell’allegria conviviale.
45)
Redi F., Bacco in Toscana, Firenze 1691, p. 34.
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