saziabile ed alla sua mensa i cibi erano innaffiati da vini «cru-
di, frizzanti, ed indigesti».
Dopo la tragica scomparsa di Francesco I, salì al potere il
fratello Ferdinando I, il quale seppe farsi amare e rispettare;
sotto di lui, il Granducato raggiunse il vertice del benessere.
Le sue lussuose nozze con Cristina di Lorena, celebrate nel
1589, videro ben trenta giorni di festeggiamenti ed il consu-
mo di 900 barili di vino!
Ma, nonostante l’andazzo… enoico della città, Ferdi-
nando I era piuttosto parco nel bere e nel mangiare. Tuttavia,
alle nozze della sorella Maria con Enrico IV re di Francia, nel
1600, fece allestire un favoloso banchetto con effetti scenici
davvero spettacolari.
A Ferdinando I successe, nel 1609, Cosimo II, ammalato
fin da giovane di tubercolosi, che visse pochi anni; egli amava
circondarsi di nani e buffoni, ai quali offriva sontuosi pranzi
con dozzine e dozzine di fiaschi di vino per ubriacarli e trarne
piacere.
Il suo successore Ferdinando II governò il Granducato
per quasi cinquant’anni e fu un elegante e raffinato padrone
di casa durante le grandi feste che si tenevano a palazzo; ce-
lebre, fra queste, fu il banchetto ch’egli fece allestire nel 1661
per il matrimonio del figlio Cosimo III con la nipote del re di
Francia Luigi XIV. Le settantasette portate del pranzo nuziale
furono accompagnate da vini eccellenti fatti pervenire dalle
località più disparate, toscane, italiane e francesi.
Cosimo III diede il massimo risalto ai vini toscani, inco-
raggiando la viticoltura e favorendo, in particolare, la colti-
vazione delle qualità d’uva più produttive.
È di questo periodo il celebre ditirambo 44) “Bacco in To-
scana” del famoso Accademico della Crusca Francesco Redi
44)
Canto corale della lirica greca; in origine era legato al culto di Dio-
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