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I vini della Firenze rinascimentale e moderna Fin dal tardo Medioevo a Firenze e nelle altre città si fa- ceva grande consumo di vini rossi e bianchi. La crescente do- manda di un prodotto tanto pregiato, soprattutto nel perio- do più prospero della Firenze medicea, aveva dato un notevole impulso alla vitivinicoltura, mentre l’adozione di nuove pratiche enologiche, oltre a rendere migliore il pro- dotto, ne aveva anche accertata l’idoneità, sia ad affrontare il trasporto su strade spesso impraticabili, sia a soddisfare l’esi- genza di una più lunga conservazione 27) . Gran parte della produzione veniva commercializzata anche al minuto, in fiaschi, come facevano i grandi e i medi proprietari nei loro palazzi di città. Ad esempio i Bardi 28) , che possedevano la fattoria di Cusona in Val d’Elsa, erano soliti vendere o donare a personalità importanti come, ad esempio, Lorenzo il Magnifico o l’ambasciatore del re d’Inghilterra, malvasia, vernaccia, trebbiano e altri vini bianchi, vini rossi, secchi e dolci, ed anche aceto. Una parte minore di vino veniva venduta direttamente alla fattoria, mentre la maggior parte del prodotto era in se- guito portata a Firenze per la commercializzazione. In tema di vini rossi, i più diffusi erano soprattutto quel- li delle zone interne: alle estremità orientali quelli robusti di Montepulciano e quelli delle colline di Cortona e, seppur più leggeri, quelli del Casentino; più all’interno, quelli di Mon- talcino, mentre dalle colline di Lucca giungevano a Pisa degli ottimi rossi. 27) Cfr. Rombai L. - Pinzani M. - Squarzanti S., La vitivinicoltura, p. 100. Nobile famiglia fiorentina che partecipò attivamente alla vita della città (XIV-XV sec.). 28) 25