gran pregio e difendere altresì i prodotti nazionali dall’ap-
piattimento del gusto “internazionale”.
Per quel che riguarda la provincia di Padova, il cui terri-
torio si estende per la massima parte (quasi l’80%) nella pia-
nura degradante verso il mare, è bene sottolineare che i vini
migliori sono chiaramente quelli espressi dai vitigni dei Col-
li Euganei, per quanto si cerchi di ottenere un buon vino an-
che in alcune zone pianeggianti.
In tale contesto va ricordata la notevole opera di recu-
pero dei vitigni che, a partire dal 1960, ha visto impegnato il
dottor Giuseppe Tocchetti, il quale ha poi passato i materiali
ritrovati all’Istituto Sperimentale di Conegliano.
In seguito, il diffondersi della flavescenza dorata ha reso
sempre più attuale il problema dell’erosione genetica e quin-
di la necessità d’intervenire tempestivamente per recuperare
quanti più vitigni possibile 1) .
I viticoltori veneti, grazie ad un lavoro di selezione mol-
to attento svolto in particolare negli ultimi decenni, hanno
così saputo produrre vini molto pregiati, concentrati per la
maggior parte proprio sui Colli, dove tutta la produzione vi-
tivinicola è di ottima qualità.
Accanto ai vitigni autoctoni di antica fama, si sono via
via affiancati, soprattutto negli ultimi decenni, vini molto
raffinati tra i quali spiccano il Bianco, il Fior d’Arancio e il
Moscato dei Colli Euganei, il Merlot, il Cabernet franc e Sau-
vignon e il Pinot.
Il recupero degli antichi vitigni rimane, tuttavia, ancora
oggi un’opera molto importante che consente di mantenere
un’ampia variabilità genetica per poter eseguire incroci sem-
pre nuovi ed ottenere così anche nuove varietà.
1)
Cfr. AA. VV., Il recupero dei vecchi vitigni nel Veneto, in “Vecchi vitigni
del Veneto”, Azienda Regionale Veneto Agricoltura, Legnaro (PD) 2005.
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