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Una buona varietà d’uva del Veneto è la Turchetta, tut- tora coltivata nella provincia di Rovigo, ma un tempo molto diffusa soprattutto nelle province di Verona e di Padova. Questo vitigno è abbastanza vigoroso e di buona pro- duttività. Nei suoi riguardi il professor Consolani della Cat- tedra ambulante di Agricoltura di Massa superiore così si esprime: «La “Turchetta” si adatta bene ai terreni argillosi di pianura, purché a scolo non troppo deficiente. Ama potatu- ra corta, resiste abbastanza alla peronospora e alle altre ma- lattie crittogamiche, ed inoltre, per avere il grappolo spargo- lo, non va soggetta al marciume dell’acino… Il mosto, molto colorito, è quanto mai ricco di zucchero e poco acido, per cui si presta egregiamente al taglio con altri prodotti di op- poste qualità…» 37) . Il grappolo della Turchetta è medio o piccolo, di forma perlopiù piramidale, molto spargolo, con peduncolo corto e rossiccio; acini medi o piccoli, violaceo-nerastri, con buccia sottile e polpa molto zuccherina di sapore semplice. Quest’uva si presta egregiamente per produrre ottimi vi- ni strutturati, di colore intenso con riflessi violacei, di sapore normalmente amaro abbastanza astringente e con elevato sentore di viola, marasca e pochi profumi vegetali. Origini padovane sembra avere anche la Pattaresca, un vitigno a uva nera che assieme alla “Gatta”, alla “Corbinella” ed al “Raboso di Piave” era un tempo uno dei più comuni e diffusi in Provincia di Padova 38) . L’ampelografo Giuseppe di Rovasenda 39) , come anche altri del tempo, inserisce la “Patta- resca nera” fra le uve del Padovano. 37) Consolani G., L’Italia Agricola, Milano 1915, p. 15. 38) Cfr. Marzotto N., Uve, p. 206. Il conte Giuseppe di Rovasenda nacque a Verzuolo (CN) nel 1824 e morì nel 1913. È considerato uno dei più importanti ampelografi del 39) 44