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filtrazione, conservazione e spumantizzazione dei vini, alle temperature di fermentazione, al travaso e all’utilizzo dei fermenti selezionati, nonché alle malattie e all’adozione dei relativi rimedi. Moltissimi agricoltori rimanevano ancora legati ad un sistema agricolo arretrato e ad abitudini e tradizioni dure da sradicare, anche se, in verità, nel periodo precedente la Gran- de Guerra, Padova e Verona risultavano essere le uniche città venete a vantare vigneti specializzati. In questo periodo, nell’elenco delle uve da vino della provincia di Padova, redatto dal vicentino Norberto Mar- zotto 31) , vengono riportate le seguenti varietà nere: Corbina, Corbinazza, Gatta, Negrara, Pattaresca dal piciol rosso, Ros- setta, Schiava rossa, Turchetta, Uva d’oro, Vinciperga, Zo- veana (Doveana); e bianche: Barbana, Ciprina, Garganega, Pinella, Pinellona, Rabosa bianca, Trentina, Vernazzina e Vernazzola 32) . Su questa viticoltura, in verità ancora piuttosto precaria, si abbatté, proprio agli inizi del secolo, il flagello della fillosse- ra (Phylloxera vastatrix) che si allargò a macchia d’olio e pro- vocò danni terribili anche sui Colli. L’insetto, parassita della vi- te, fu segnalato nel Veneto nel 1900 e a Padova verso il 1917: in pochi anni l’epidemia colpì ben 57 comuni della provincia! Se poi a questa calamità aggiungiamo sia i danni causa- ti dal gelo che colpì i vigneti nell’inverno del 1929, sia la ca- renza quasi totale nelle campagne della forza lavoro maschi- Nacque a Vicenza nel 1853. Fu studioso dei problemi dell’agricoltura, in particolare della viticoltura, e sindaco di Vicenza. Morì nel 1939. Sul- la sua casa troviamo scritto che fu «apostolo e pioniere della moderna agricoltura, dell’ampelografia e della cooperazione sociale... fondatore nel 1896 del Consorzio Agrario Cooperativo». 31) 32) Cfr. Marzotto N., Uve da vino, Vicenza 1925, p. 32. 38