La viticoltura e l’enologia del Padovano nel ’900
Per conoscere quali varietà di viti fossero coltivate in pro-
vincia di Padova agli inizi del secolo XX, dobbiamo riferirci al
lavoro di Giovanbattista Zava 30) e alla sua enumerazione di
vitigni coltivati allora in tutte le province del Veneto.
Nell’elenco, oltre ad alcuni vitigni che descriveremo più
avanti, figurano anche le seguenti varietà: “Biancheta”, “Ce-
nerente”, “Dolceta”, “Friulara”, “Gata”, “Lambrusca”, “Luja-
dega”, “Molinara”, “Moscata rossa”, “Peverende”, “Pignola”,
“Rabosa veronese”, “Sciava” ecc.
Nelle motivazioni al suo lavoro l’autore, dopo aver sot-
tolineato il nuovo indirizzo intrapreso dalla viticoltura del
tempo anche nei riguardi della lotta contro la fillossera, ri-
cordava di aver elencato soprattutto i vitigni che si dovevano
preservare per ricavarne buoni vini da pasto, apprezzati sia in
Italia che fuori, e di aver tenuto conto anche dell’attecchi-
mento dell’innesto su viti americane resistenti.
In questo secolo una delle grandi battaglie compiute
dagli enologi fu anzitutto quella mirata alla valorizzazione
delle tipicità legate al territorio di produzione e alla selezio-
ne dei vitigni.
Tuttavia, nei primi decenni del secolo, il problema del-
la rinascita vinicola era ancora sul tavolo della discussione,
benché nelle riviste e nelle pubblicazioni specializzate tro-
vassero sempre più spazio numerosi argomenti relativi alla
30)
Il dottor G. B. Zava, noto botanico e compilatore della prima raccol-
ta vernacola di termini botanici, fu presidente della Commissione di Vi-
ticoltura della Provincia di Treviso. Nel 1901 pubblicò un “Elenco de-
scrittivo dei vecchi vitigni coltivati nel Veneto, secondo il nome volgare
delle uve” in 8 fascicoli.
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