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e si producevano perciò vini poco colorati , anche se derivati da uve rosse .
Fin dai tempi più remoti , le zone agricole e viticole del Padovano comprendevano i seguenti territori : a ) Colli Euganei o Pedevenda , cui facevano parte anche i Comuni di Montagnana , Este , Monselice , Conselve , Bagnoli ecc .; b ) Oltrebrenta , con Cittadella e Camposampiero ; c ) Saccisica , una fertile regione agricola a sud-est di Padova , comprendente anche Pieve e Castello di Sacco .
La zona dei Colli Euganei produceva un ’ ottima qualità di vino che veniva ricercato sia dai negozianti e dagli albergatori sia dal clero e dalla nobiltà di Padova e di Venezia .
Proprio per questo , fin dal secolo XII i vigneti del Pedevenda venivano acquistati a prezzi molto elevati . Negli Statuti Padovani risalenti al XIII secolo 7 ) troviamo che la “ concola de Pedevenda ” ( circa 30 litri ) rimase per tanto tempo la misura di capacità standard per vino .
Mentre nel contado padovano la regione dei Colli fu la prima ad essere messa a coltura intensiva , le zone di pianura ebbero uno sviluppo in campo viticolo solo dopo che furono risolti i problemi di disboscamento e di bonifica . In ogni caso , anche la Saccisica – soggetta , fin dal 1005 , a Venezia da uno speciale patto di commercio fluviale – produceva un vino che era tenuto in grande considerazione .
Il Codice degli Statuti di Pernumia , che raccoglie disposizioni in materia di agricoltura dall ’ anno 1225 al 1315 ed è conservato presso l ’ Archivio Capitolare di Padova , è un altro documento che ci fornisce notizie interessanti sulla viticoltura medioevale padovana .
7 )
I più antichi documenti riguardanti la produzione vitivinicola della città di Padova risalgono al 1212 , ma furono in seguito completati nel 1236 , nel 1278 e nel 1284 .
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