UP Magazine Winter 2019 #1 | Page 27

scompigliano i ricci», e glieli tocco, final- mente. Sono soffici, chiarissimi, sem- brano fiocchettini di seta; inspiro, ma in realtà l’annuso: percepisco un profumo delicato di fiorellini di campo, sicura- mente fiori celesti come i suoi occhioni che brillano di rabbia, e avverto un sen- tore dolce e secco di polvere di… “Fata… Nina, sei bella come una fata”, penso am- maliato, strofinando tra i polpastrelli i fili morbidi dei suoi capelli ricciuti. La fata, però, usa il portablocco per col- pirmi la mano e farmi mollare la sua ciocca. «Ahi!», mi lamento. Non mi ha fatto niente ma voglio farla sentire in colpa. «Sei vio- lenta, Stage». «E tu sei più delicato di una mammola, Jensen…». «Mi chiamo Stephen», la interrompo. «E io sono qui per lavorare. Se non sba- glio, pure tu, quindi spostati, Jensen, e datti una mossa». «Agli ordini!», rispondo pronto, ridendo; batto i tacchi e mi porto la mano alla fronte facendo il saluto militare. “Io ti scopo, fata!”, penso, “e la mia è una mis- sione”. Mi spunta un sorrisetto soddi- sfatto quando mi scosto per lasciarla pas- sare. La voglio da quando le ho piantato gli occhi addosso, la settimana scorsa. «Un bel tipino!», dice Bobby. Paul ridac- chia e mi studia. «Lascia le tue manacce lunghe lontano dalla mia assistente. Non voglio che scappi via urlando: ho bisogno di un aiuto», sbraita Woody, scocciato. «E chi la tocca?», ma in me sento una voce malefica che risponde: “Io! Ti tocco io, Stage. Non preoccuparti che, vergine, lo resti ancora per poco”. BLACK KISS, R.V. Poggi - Newton Compton Editori, 2018 www.velonero.com UPmagazine | 27