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L’attenzione che si era avuta sul caso nel 1978 fu la
causa dell’emergere di un’altra testimonianza. Questa
volta si tratta di una lettera inviata da John Killock dopo
aver letto un articolo del Daily Express sull’avvistamento.
Eccone un estratto:
La lettera era stata spedita da Killock a Martin
Shough il 2 marzo del
1988. Qui a lato vedete
uno schizzo originale
mandato dal testimone.
Dalle parole di Wimbledon il fatto più importante è che I
due Venom sarebbero stati guidati non dal personale
USAF di Lakenheath ma da quello della base di Neatishead, Norfolk. Altro fatto smentito è quello della conversazione fra I piloti dei due Venom che non sarebbe
potuto avvenire nella frequenza segnalata. Le contraddizioni che emergono fra I rapporti di Perkins e di
Wimbledon sono ben spiegati e interpretati nell’articolo
di Martin Shough che trovate a questo link:
http://martinshough.com/aerialphenomena/Lakenheath
/PerkFW-interceptscenario.htm
Passiamo al 1995. In quest’anno si viene a conoscenza
delle identità e delle testimonianze dei piloti dei due
Venom che si alzarono in volo per l’intercettazione. Il
“succo” delle due testimonianza è abbastanza simile. Dal
registro di volo si ricava l’orario in cui decollarono. Alle
02.00 il primo e alle 02.40 il secondo sempre nel corso
del mattino del 14 agosto 1956. Su richiesta degli americani di stanza a Lakenheath, John Brady, il radarista a
bordo del primo Venom, ricorda che (in un’intervista
rilasciata a Dave Clarke e Andy Roberts), in compagnia
del pilota Dave Chambers, furono mandati in servizio
QRA (Quick Reaction Alert). Stranamente non furono
guidati verso la solita alta quota utile per intercettare
eventuali intrusi ma furono diretti verso un bersaglio a
bassa quota nei pressi del campo di aviazione.