Tuttomondo 2018 La radio | Page 11

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N. 8 - La radio

radio di ogni tipo, transistor e strane apparecchiature per la comunicazione. Quando papà tornava a casa spesso si chiudeva lì a parlare con il mondo, forse ne sentiva la mancanza quando era a terra, o forse non ne poteva più di noi bambini che gli saltavamo sempre intorno. Noi pensavamo che fosse una persona veramente speciale: arrivava ogni sei mesi carico di regali e ci faceva parlare in strane lingue dentro quegli apparecchi: nessuno aveva un papà così strano e sempre pieno di regali così esotici. Quando siamo stati un po’ più grandi ha iniziato a raccontarci la vita di Marconi, una vita fantastica, piena di luci ma anche di qualche ombra.

GUGLIELMO MARCONI era nato a Bologna il 25 aprile del 1874, secondo figlio di Giuseppe e di Annie Jamenson, una giovane irlandese dalla bella voce, che si era innamorata giovanissima di Giuseppe mentre studiava il bel canto in Italia. Giuseppe era vedovo, e aveva un altro figlio avuto dalla prima moglie. Oltre alla casa di Bologna, la famiglia possedeva una villa fuori città, in collina, Villa Griffone a Pontecchio, e fu proprio qua che Guglielmo iniziò i suoi esperimenti.

Alla fine del XIX secolo gli scienziati lavoravano sulle onde elettromagnetiche. Esisteva già la telegrafia con l’alfabeto Morse, ma in assenza di collegamento con i fili non esisteva alcun mezzo veloce di comunicazione. Scienziati come Ampère, Faraday, Maxwell e Hertz avevano iniziato esperimenti con le scariche oscillatorie, e Marconi partì proprio dal lavoro di Hertz per dare inizio ai suoi esperimenti. Con pochi mezzi realizzò un trasmettitore di impulsi, che attraverso un apparecchio trasmittente poteva inviare onde a distanza fino a un apparecchio ricevente, e perfezionò il tutto inventando il sistema antenna-terra. Famosissimo (almeno per me che l’avrò ascoltato non so quante volte) l’aneddoto della prima sperimentazione all’aria aperta: all’inizio Marconi aveva fatto i suoi test nei dintorni della casa, ma ora bisognava provare il sistema all’aperto, su distanze maggiori e con ostacoli fra i due apparecchi. Guglielmo spedì allora Alfonso, il fedele fratello maggiore, oltre la collina dietro la loro villa, con l’apparecchio ricevente e un fucile, e se il fratello avesse sentito arrivare il segnale doveva sparare in aria: lo sparo arrivò, immediato! Ma l’euforia per la conferma del suo lavoro fu presto raffreddata dall’accoglienza gelida della sua idea, ignorata dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni a cui Marconi l’aveva sottoposta. Delusissimo, Marconi decise di trasferirsi con la madre in Inghilterra, dai parenti di lei. Marconi giunse a Londra nei primi mesi del 1896, e l’anno seguente finalmente brevettò la sua invenzione, ovvero Perfezionamenti nella trasmissione di impulsi elettrici e segnali, e relativi apparecchi. Il Ministro delle Poste inglese, William Henry Preece, capì perfettamente la portata dell’invenzione di Marconi, e lo sostenne ampiamente. Così poterono essere effettuati molti altri sperimenti, a distanze sempre maggiori, che confermarono l’importanza dell’invenzione: la telegrafia senza fili, il wireless, stava diventando realtà. Da questo momento in poi la vita di Marconi subì un’accelerazione incredibile: la stampa iniziò a parlarne, e tutti volevano assicurarsi i diritti dell’invenzione, lusingandolo con grandi offerte di denaro. Marconi però era ben consapevole della portata rivoluzionaria della sua invenzione, così come della necessità di continuare a migliorarla, e ignorò tutte le offerte fondando una sua società.