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N. 6 - Intolleranza

Con la fine delle grandi dittature il mondo sembrava ormai libero da queste follie, invece nei primi anni di questo secolo una nuova guerra

di religione ha riportato il mondo a una sorta di Medio Evo, ancora Mussulmani contro Cristiani, come secoli e secoli fa. Possibile che niente si impari dalla storia, e che l’uomo abbia solo fatto finta di evolversi, e più di mille anni siano passati invano? E così, siamo di nuovo a distruggere le immagini di Dio o di Buddha (tocca anche a lui in questo giro!)

Rispuntano le accuse di idolatria, la religione islamica continua a negare la possibilità di raffigurare Dio, anche se nel Corano non si trova un divieto assoluto, ma si sa, l’integralismo è chiusura e incapacità di leggere oltre il proprio sguardo. L’Arte Islamica, aniconica e meravigliosa, basata su intrecci geometrici e decori fitomorfi e calligrafici di raffinatezza estrema, che non rappresentano Dio ma lo evocano con parole tracciate sapientemente, viene opposta all’Arte Occidentale, allargando un campo di lotta e sopraffazione fra gli uomini.

I seguaci dell’Isis o i Talebani distruggono anche antichissimi monumenti, solo perché questi reperti sono testimonianze di un passato che ancora non venerava Allah.

Ecco allora le magnifiche statue colossali di Buddha del III e IV secolo annientate nella valle di Bamiyan in Afghanistan, sotto gli occhi del mondo impotente, e i Musei di Mosul e Ninive devastati e depredati. Lo Ziggurat di Nimrud è stato spianato, mentre a Palmira, splendido sito archeologico i cui principali monumenti sono stati fatti saltare in aria con l’esplosivo, è stato ucciso l’archeologo siriano Khaled al-Asaad, che avendo salvato molti dei reperti dell’antica città è stato accusato di aver promosso con quest’azione l’adorazione di statue, e quindi di esser lui stesso un idolatra!

Giacomo Leopardi scrisse nel suo Zibaldone: «Trista quella vita che non vede, che non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione».