The Essential Guide to Doing Transition. Guida pratica alla Transizione | Page 62

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Questo dipende interamente da voi. Speriamo davvero che questa guida colorata e, si spera, fonte di ispirazione vi abbia dato tutto il necessario per dare il via questo processo nel luogo dove vivete. Mettendo in piedi le giuste strutture e processi adeguati, sarete in grado di fare delle cose incredibili. Quanto tempo ci vuole? In quanto tempo riuscirete a creare la Transizione e vederla emergere nel mondo intorno a voi, nel luogo che chiamate casa? La Transizione inizia con progetti più piccoli, che sono di vitale importanza per dare a tutti il senso di un alternativa possible; ricordate che per molti potrebbe essere la prima esperienza in assoluto di lavoro collaborativo.

La Transizione è nel profondo del cuore molto ambiziosa. Vogliamo cambiare il modo in cui la gente si nutre, abita, lavora, usa l'energia. Questa non è una cosa da poco. E ci vorrà tempo, determinazione e coesione. E' importante ricordare che il "come" portiamo avanti i nostri progetti è probabilmente più importante del "cosa" facciamo. Quello che stiamo facendo qui non è solo la creazione di progetti che ci permettono di re-immaginare e ricostruire il mondo. Non stiamo solo creando progetti che re-immaginano e ri-creano il mondo. Stiamo cambiando il modo in cui lavoriamo, le culture organizzative che creiamo: ad ogni passo, modelliamo una cultura differente. È inutile cercare di creare una cultura nuova, più sana e più resiliente, se si finisce per replicare i modi malsani di relazionarsi e di lavorare che sono alla base della nostra cultura attuale.

Non c'è limite alla creatività e al coraggio di osar pensare che tutto è possibile, che tutto può cambiare. Alimentate la vostra ispirazione dando un'occhiata a ciò che gli altri gruppi in Transizione stanno facendo in giro per il mondo. E poi cambiate il mondo, cominciando proprio lì dove siete, sulla soglia di casa.

Ungersheim in Francia è uno straordinario esempio di ciò che la Transizione può realizzare con il pieno appoggio del governo locale. La sua storia è ora raccontata in un film, "Qu'est ce qu'on attend?" (Che cosa stiamo aspettando?) creato dalla regista Marie-Monique Robin.