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voro, la meccanizzazione spinta di alcune lavorazioni, produce infatti effetti contrastanti. Per una gran parte dei rischi, quelli associati al lavoro manuale, la progressiva meccanizzazione del cantiere e la prefabbricazione dei componenti contribuiscono alla riduzione sostanziale dei rischi di salute e sicurezza sul lavoro. Esistono però nuovi rischi che l’innovazione tecnologica tende ad enfatizzare. Primo tra tutti il rischio chimico, dovuto al forte incremento nell’impiego di materie di sintesi e di origine nanotecnologica nel processo edilizio. Come abbiamo visto, alcune professioni, come il cementista, il perforatore, il demolitore, l‘escavatore nel settore lapideo, risultano particolarmente esposte ad agenti chimici molto dannosi, come amianto, silice e nano materiali. Tra i rischi per la salute, anche l’esposizione a rumore e vibrazione tende, con la meccanizzazione del cantiere, a divenire più frequente. Infine l’aumento tendenziale di mansioni tecniche e di professioni intellettuali, comporta una maggior insorgenza di casi di stress correlato al lavoro. Relativamente alla sicurezza, invece, oltre all’esposizione ad agenti chimici, da rilevare l’aumento del rischio di schiacciamento e di caduta dall’alto, in relazione al maggior impiego di componenti prefabbricati da montare in opera, e al montaggio, in particolare, di impianti in copertura. Possiamo concludere il volume con una frase di Jeremy Rifkin, che appieno condividiamo. “Anche se è vero che una semplice conoscenza tecnica non è più sufficiente, ma pur sempre necessaria, allora questo lavoro, seppure tendenzioso, è necessario al progetto, al costruire, all’architettura. Occorre capire a fondo la complessità in cui ci troviamo e dare il via alla terza rivoluzione, dopo quella del carbone e del petrolio. La crisi ha una sola via d’uscita: l’edilizia sostenibile e i combustibili puliti. Dobbiamo saper cogliere questa circostanza alla stregua di un’opportunità e rilanciare il dibattito globale sull’industria delle costruzioni nel suo complesso. Altrimenti saremo soltanto dei superficiali.” 161