alla riqualificazione energetica degli edifici. Anche in questo caso le istituzioni, a livello
locale, debbono farsi promotrici di azioni coordinate di intervento sul proprio patrimonio
immobiliare, sull’esempio di alcune amministrazioni virtuose, come quella di Castelfranco
Veneto in provincia di Treviso.
Se i risultati conseguiti finora sono incoraggianti, 4 miliardi di investimenti attivati nel
2014, relativi ai soli interventi di riqualificazione energetica incentivati, a cui corrispondono circa 39mila lavoratori diretti e 59mila complessivi, molto più si potrebbe fare in
futuro con l’attivazione di politiche più organiche, orientate sia alle singole unità immobiliari che alla scala dell’intero edificio, a sostegno sia della domanda che dell’offerta.
I 257mila lavoratori diretti e 386mila complessivi che abbiamo stimato come generati
nel settore nell’intero periodo incentivato 2007-2014, potrebbero realmente arrivare a
600mila2, e la quota parte dei lavori propriamente edilizi potrebbe crescere considerevolmente, poiché l’intervento organico a pieno edificio porta con sé interventi sull’involucro che, altrimenti, sono difficilmente realizzabili. Questo scenario porterebbe con sé
un’impennata nella crescita delle professionalità specializzate legate alla riqualificazione
energetica, che già risultano in crescita nell’attuale scenario; professionalità a cui affiancare una formazione continua per garantire un riconoscimento delle capacità acquisite.
Attualmente, al profilo di investime nti in efficienza energetica dell’edilizia, corrisponde
infatti un’occupazione solo in parte ricadente nell’ambito tradizionalmente definito come
edilizia, poiché la gran parte dei lavoratori coinvolti nei lavori incentivati appartengono
al settore dei serramenti a tenuta termica, ed al settore impiantistico.
E’ inoltre interessante sottolineare il significativo potenziale di sviluppo occupazionale del
segmento della riqualificazione energetica nel breve periodo. Le occupazioni “green”
nelle costruzioni continueranno a crescere considerevolmente, in misura molto più rapida del totale delle occupazioni nel settore. Basti pensare che, secondo i dati Excelsior,
l’incidenza percentuale delle assunzioni di green jobs programmate dalle imprese nelle
costruzioni sono passate dal 28% del 2009 al 44% del 2015. Perché tale potenziale si
esprima pienamente occorre una seria analisi sulla tipologia, qualità e regolarità dell’occupazione prodotta, anche in considerazione del fatto che i dati in incremento realizzati
e stimati non trovano al momento riscontro nei dati registrati dal sistema delle Casse
Edili, a testimonianza di una consistente fascia di elusione; Per contrastare tali fenomeni
e avviare un circolo virtuoso di incremento qualitativo e quantitativo dell’occupazione,
occorrono sia potenziare le politiche di formazione e di governo del mercato del lavoro
in capo agli Enti Bilaterali, sia rafforzare strumenti di contrasto quali la tracciabilità totale
dei pagamenti e il DURC per congruità per arrivare all’applicazione di un contratto unico
di cantiere e superare così il problema del dumping contrattuale e della fuga da contratto
edile.
Se l’innovazione sostenibile in edilizia comporta diffusi vantaggi in termini ambientali,
economici e sociali, nel Rapporto si identificano, in termini di tendenza, anche i nuovi
fattori di rischio per la salute e sicurezza del lavoro nel cantiere industrializzato per componenti.
L’avanzamento dell’innovazione tecnologica nel cantiere edilizio, che porta con sé una
semplificazione delle fasi lavorative, un maggior ricorso al montaggio di componenti prefiniti ed impianti, una introduzione massiccia di nuovi materiali di sintesi nel luogo di la-
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INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEL SETTORE EDILIZIO
Quarto Rapporto Congiunto Feneal Uil - Filca Cisl - FILLEA CGIL - Legambiente