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Un altro fattore di rischio, è costituito dalla caduta dall’alto. Esso si può verificare nelle fasi lavorative di demolizione, manutenzione esterna, opere civili in elevazione, opere provvisionali, lavori in copertura. Tale fattore di rischio è molto rilevante in edilizia, sia per la gravità delle possibili conseguenze sul lavoratore, sia per la frequenza con cui può accadere. La correlazione tra andamento del fattore di rischio ed innovazione tecnologica, può essere NEGATIVA, a causa della progressiva industrializzazione del processo edilizio, che porta a ridurre i tempi delle lavorazioni in altezza, montando componenti già prefiniti. Esiste però anche una correlazione POSITIVA, nel caso di lavori in copertura, laddove la posa in opera di impianti in copertura (pannelli solari e fotovoltaici, soprattutto) introduce nuovi rischi di caduta dall’alto, conseguenti anche ad abbagliamento. L’esplosione costituisce ancora un fattore di rischio rilevante in edilizia. Esso si può verificare nelle fasi lavorative di perforazione con esplosivo, sbancamento, demolizione. La rilevanza in edilizia, è principalmente dovuta ad un fattore di gravità, piuttosto che di frequenza, ed in questo caso la correlazione tra andamento del fattore di rischio ed innovazione tecnologica è NEGATIVA, a causa della meccanizzazione delle fasi di scavo. Esistono poi altri fattori di rischio, più o meno rilevanti in edilizia, come la folgorazione, l’esposizione ad agenti biologici, l’annegamento, rispetto ai quali non è significativa la correlazione tra andamento del fattore di rischio ed innovazione tecnologica, e che dunque tralasceremo dalla presente trattazione. Focus 2. I rischi nell’uso dei materiali lapidei Nelle aziende del comparto lapidei, durante la lavorazione di pietre e marmi, possono prodursi condizioni altamente rischiose per la salute degli artigiani e dei dipendenti che vi operano, a causa della polvere ad alto contenuto di silice che si può disperdere in aria. Questa condizione è talora aggravata dall’impiego di nuovi materiali (marmi conglomerati) che, per l’elevatissima concentrazione di quarzo che li caratterizza, aumentano il rischio di patologie respiratorie e degenerative15, pur essendo disponibili tecniche e modalità di lavorazione in grado di ridurre consistentemente il rischio di inalazione di polveri e di silice. Assieme a ciò si registra il fatto che non sempre la sorveglianza sanitaria appare adeguata ed appropriata rispetto al rischio specifico. Valutazione esposizione e rischio:16 ACGIH e SCOEL individuavano nel 2005 il valore di 0,050 mg/m3 (50 μg/m3) di Silice Libera Cristallina nella frazione respirabile come quella concentrazione che, riferita ad 8 ore di esposizione, e con esposizione ripetuta, salvaguardia da effetti sulla salute, riferiti alla silicosi, la maggior parte dei lavoratori esposti a meno di una frazione stimabile in circa il 5% Nel 2006 il valore limite di Silice Libera Cristallina nella frazione respirabile è stato abbassato dall’ACGIH a 0,025 mg/m3 (25 μg/m3). I passaggi fondamentali per la “Valutazione del rischio” da polveri e SLC • • • • • Individuare le fasi di lavoro per le quali è prevedibile la formazione di polveri La durata e frequenza di ogni singola operazione “polverosa” Gli addetti esposti per ogni operazione e quelli in prossimità delle lavorazioni polverose L’ambiente di lavoro L’eventuale contemporaneità di operazioni polverose 156 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEL SETTORE EDILIZIO Quarto Rapporto Congiunto Feneal Uil - Filca Cisl - FILLEA CGIL - Legambiente