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5 OCCUPAZIONE E GREEN JOBS. STIME OCCUPAZIONALI, PROFESSIONALITÀ, FORMAZIONE a cura di Alessandra Graziani e Giuliana Giovannelli Dopo aver analizzato le trasformazioni tecnologiche e l’innovazione introdotta nel processo edilizio dalla nuova esigenza di sostenibilità e risparmio energetico, in questo capitolo si intendono approfondire gli aspetti delle ricadute occupazionali del green building, ovvero dei nuovi posti di lavoro generati, e delle esigenze formative che le nuove figure professionali presentano, delle loro caratteristiche, della rispondenza del sistema formativo nazionale a questa domanda in rapida evoluzione. Seguono quindi un paragrafo sugli impatti occupazionali del green building, con stime a livello nazionale, un aggiornamento delle nuove esigenze formative, studiate attraverso l’analisi dei fabbisogni occupazionali delle imprese, ed infine un approfondimento relativo all’offerta formativa sul tema di salute e sicurezza sul lavoro, coniugata in relazione alla produzione e commercializzazione dei prodotti innovativi per l’edilizia. 5.1 L’IMPATTO OCCUPAZIONALE DEL GREEN BUILDING. STIME DELL’ANDAMENTO 2014 E PROSPETTIVE 2015 La riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio sta contribuendo in misura determinante al raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione dei consumi di energia primaria e finale, e l’industria delle costruzioni ottiene le migliori performance, insieme all’industria in senso stretto, nella valutazione dei risultati conseguiti per singolo settore dell’attività economica fino al 20131. Rispetto agli obiettivi stabiliti per il periodo 2011-2020 dalla Strategia Energetica Nazionale, successivamente rivisti nel PAEE 2014, i risparmi energetici nazionali complessivi per il periodo 2011-2013 ammontano a 37.150 GWh/anno (circa 3,2 Mtep/ anno), pari al 20,6% del totale atteso al 2020. Il settore residenziale ha raggiunto oltre un terzo dell’obiettivo, pari al 35,2%, l’industria oltre un quarto (il 26,6%). Al conseguimento di questi ottimi risultati hanno contribuito, in misura determinante, le prescrizioni imposte dalla normativa vigente, in particolare quelle del Decreto lgs 192/05, in attuazione Direttiva europea 2002/91/CE relativa la rendimento energetico nell’edilizia, ma anche le detrazioni fiscali per l’edilizia e, in misura minore per il residenziale, il meccanismo dei certificati bianchi. Riguardo al primo punto, la prescrizione di Standard Minimi di Prestazione Energetica degli edifici ha determinato nel 2013 un risparmio complessivo, stimato dall’Enea pari a circa 0,224 Mtep/anno, derivante principalmente dalla sostituzione di impianti termici negli edifici. Alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti si deve invece un risparmio energetico complessivo e pari a circa 0,133 Mtep /a, e le previsioni al 2020 sottendono un significativo incremento del contributo di questa misura al raggiungimento dei target 2020. Il settore delle costruzioni, d’altro canto, ha beneficiato, in questi anni di crisi, dell’apporto positivo del comparto della manutenzione edilizia (ordinaria, ma soprattutto straordinaria), unico contributo che ha ridotto la pesantissima caduta del settore a partire dal 136 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEL SETTORE EDILIZIO Quarto Rapporto Congiunto Feneal Uil - Filca Cisl - FILLEA CGIL - Legambiente