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dei consumi energetici, le opportunità di investimento risultano significative. Il problema non è neanche nel mercato, o nell’atteggiamento dei costruttori, perché oramai è evidente a tutti che nei prossimi anni sarà il recupero il motore dell’edilizia con al centro l’attenzione ai temi energetici. La vera grande questione è la confusione di responsabilità rispetto a chi si debba occupare di guidare questa transizione. E’ paradossale ma di efficienza energetica si occupano, in teoria, il Ministero delle Infrastrutture, quello dello Sviluppo economico, quello dell’Ambiente, oltre all’Enea a cui sono stati affidati sempre più importanti compiti. Nella realtà non c’è alcuna regia che permetta di comprendere come il nostro Paese si muoverà nei prossimi anni per superare tutte le barriere burocratiche e normative, le incertezze nella possibilità di accedere alle risorse, i problemi che oggi si trovano di fronte imprenditori, cittadini e Sindaci nel provare a muoversi in questa direzione di cambiamento. Manca persino una analisi delle politiche realizzate in questi anni, che invece oggi risulterebbe fondamentale per capire i risultati prodotti. Particolarmente gravi sono i ritardi nei controlli e nelle sanzioni sulle certificazioni energetiche, che impediscono di dare credibilità alla prospettiva che si sta mettendo in campo e che sono vergognosi per come ledono un interesse delle famiglie, garantito da norme europee, ad essere correttamente informate su quanto consuma la propria abitazione. Un’altra vicenda gravissima riguarda il patto di stabilità interno, che continua a fermare o rallentare gli interventi sul patrimonio edilizio pubblico persino in presenza di incentivi, fondi europei, certificazioni dei risparmi energetici e economici. Il problema della regia per le politiche che riguardano l’efficienza energetica è un tema reale, con impatti diretti sulle imprese e i cittadini. Un esempio sono i ritardi rispetto a provvedimenti previsti dalle Direttive europee che aiuterebbero ad accedere al credito o a semplificare le procedure di intervento e di certificazione, ad avere un quadro delle priorità di intervento per la riqualificazione del patrimonio edilizio. Per capire in quale direzione muovere le politiche di intervento nel settore edilizio risulta fondamentale analizzare i risultati prodotti in questi anni. Dal 1998 ad oggi sono stati infatti realizzati oltre 9 milioni di interventi di recupero edilizio grazie alle detrazioni fiscali e dal 2007 circa 2,5 milioni di efficientamento energetico . I numeri ci dicono che i vantaggi sono stati straordinari in termini di cantieri aperti e opportunità per le famiglie e per il lavoro. Ma anche questi incentivi possono essere migliorati, resi più efficaci nella loro applicazione. A leggere i dati si comprende come abbiano funzionato molto bene al centro-Nord, mentre al Sud non hanno attratto investimenti perché i lavori in nero, una storica piaga dell’edilizia, continuano a risultare più vantaggiosi. E’ importante in particolare andare a guardare l’accesso da parte delle famiglie agli incentivi, e da questo punto di vista si evidenzia come siano risultati di fatto inaccessibili per le fasce sociali più deboli e non abbiano inciso rispetto alla riqualificazione di edifici condominiali. Inoltre, un bilancio da un punto di vista energetico degli incentivi evidenzia alcuni problemi. Le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie (nel 2015 e 2016 pari al 50% delle spese) sono accessibili a prescindere dagli obiettivi energetici conseguiti, mentre quelli per l’efficienza energetica (detrazione del 65%) hanno premiato soprattutto alcune soluzioni, come la sostituzione di infissi, le caldaie e gli impianti solari termici. E’ importante guardare ai risultati, ai costi e benefici degli incentivi proprio per le difficoltà nella spesa pubblica e per l’importanza degli obiettivi che si vogliono conseguire. Del resto problemi di scarsa efficacia, per ragioni diverse, hanno evidenziato anche gli altri sistemi di incentivo intro- 12 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEL SETTORE EDILIZIO Quarto Rapporto Congiunto Feneal Uil - Filca Cisl - FILLEA CGIL - Legambiente