SMART LAND SUD EST MILANO SMART LAND SUD EST MILANO - FASE 1 | Page 89

L’inizio della fase operativa Una scala ridotta che funga da labo- ratorio in grado di passare in modo flessibile a linee guida e a strumenti che consentano processi repli- cabili, da sviluppare velocemente con possibilità di customizzazione per ogni area. Con un monitorag- gio continuo degli interventi ter- ritoriali che devono contribuire a raggiungere i target nazionali per dare riscontro alle politiche messe in campo da Bruxelles. Da qui al 2025 si parla della costituzione di circa 100 PED in Europa. Finora il nostro Paese ha fatto la sua parte anche se scontiamo il fatto di non aver delineato un’agenda urbana nazionale e di non avere una poli- 89 tica coordinata in tal senso; ci sono molte iniziative frammentate tra vari attori istituzionali centrali, regionali e locali. Anche se una certa sensibili- tà per una messa in rete di progetti e best practice si sta creando. “Per attivare i cento distretti – pro- segue Capra – si utilizzeranno le risorse del Joint Program sulla Ur- ban Europe, che riguarda progetti di ricerca e innovazione. Poi la dif- fusione del know how, la disse- mination farà il resto, ma servono infrastrutture innovative per le quali si stimano investimenti di circa 100 miliardi di euro. Un punto fonda- mentale sarà quello di aggregare progetti secondo una strategia e Oggi c’è un forte ripensamento e un orientamento verso scale inferiori, territoriali, locali, in grado di intervenire con efficacia su distretti o quartieri. Una scala ridotta che funga da laboratorio in grado di passare in modo flessibile a linee guida e a strumenti che consentano processi replicabili, da sviluppare velocemente con possibilità di customizzazione per ogni area