Una coppa Uefa, uno scudetto sfiorato, un'esultanza iconica: SCIUSCIÁ non è stato solo folkLore. vero e proprio re mida della fascia destra trasformava in assist (quasi) tutto ciò che toccava
FRANCESCO MORIERO
Francesco Moriero la maglia del Napoli l’ha indossata, a fine carriera, chiudendo a 33 anni una vita calcistica fatta di tanta gavetta e di una stagione leggendaria. La prima in nerazzurro, dove arrivò quasi per caso, come “risarcimento” per lo scippo rossonero di Andrè Cruz, per la cifra simbolica di un milione di lire.
Nel 1997-98 Moriero fu il Re Mida della fascia destra: scudetto sfiorato e mancato
per vicende oscure o forse no, Coppa Uefa vinta da protagonista, con tre gol tra cui una rovesciata da copertina al Neuchatel.
Calcisticamente era figlio di Carletto Mazzone, per la grandezza fu decisivo Gigi Simoni. Moriero, assieme a Ronaldo, era il quid imprevedibile di un gioco attento, ragionato, ruvido ma efficacissimo.
Una sera, a Piacenza, la gara proprio non voleva sbloccarsi. Ronaldo imbavagliato
da Vierchowod, Moriero non ne
imbroccava una, tra le urla di Simoni.
Poi, a metà della ripresa, partì da metà
campo, superò in dribbling un avversario,
poi un altro, poi altri due, poi entrò in
area e sullo slancio toccò di punta. Gol.
«Il Mister mi aveva chiesto di giocare semplice. Io ho fatto il contrario»,
chiosò Checco a fine partita.