Rivista CULTURA OLTRE 11^ numero - NOVEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre NOVEMBRE 2018 | Page 18

sorveglianza, in cui ciò che conta è l’insieme dei meccanismi grazie ai quali il singolo scompare per lasciare il posto ad una massa anonima di individui separati e incapaci di relazioni. La libertà del corpo è libertà in situazioni. Il corpo diventa il feticismo dei bisogni. Quando i valori di scambio organizzano il mondo, anche il corpo spetta nella situazione di scambio. K Marx scisse: “L’uomo, infatti, è un ente corporeo che ha nulla natura il suo corpo inorganico con il quale egli deve rimanere in un processo continuo”. Nella psicoanalisi il corpo diventa voce e presenza. Binswanger scriveva: “Si deve pensare soprattutto e unicamente al modo con cui il corpo assume rilevanza psicologica e psicopatologica come dato corporale o come presenza corporale con tutte le sue essenziali modalità a priori e con tutte le sue possibilità fattuali di alterarsi.” Ma anche il corpo diventa un senso, che compone sensi. “Il corpo è un carniere di sensi, il segno è un corpo disincarnato” sosteneva J. Baudrillard. Nel rapporto preciso tra significante e significato il corpo diventa un sistema di segni. Nell’arte il corpo diventa un riflesso diretto della percezione del sé. Il nostro corpo nell’arte è il percorso che significa la percezione del sé e degli altri nella storia. Il filosofo indiano Svami Prajnanpad diceva che il corpo dovrebbe diventare sensibile come un occhio. Konstantinos Kanvafis Il poeta greco K. Kavafis scrisse una poesia con titolo: “ Ricordati, mio corpo”: Corpo, ricorda non solo quanto sei stato amato non solo i letti dove hai giaciuto ma i desideri, anche brillanti, chiari per te negli occhi che tremavano nella voce – da un qualche ostacolo casualmente impediti. Ora che tutto ormai è nel passato, pare che in qualche modo a quei desideri tu avessi ceduto – come brillavano, ricordalo, negli occhi su te fissi; e nella voce, come tremavano per te, ricorda, corpo. 18