Rivista CULTURA OLTRE 11^ numero - NOVEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre NOVEMBRE 2018 | Page 17
“in se stesso il principio del movimento e della quiete”. Spinoza concepisce «la
mente e il corpo come un solo identico individuo, che è concepito ora sotto
l’attributo del pensiero, ora sotto quello dell’estensione» Nel pensiero filosofico
moderno e contemporaneo come per esempio nella filosofia di Nietzsche il corpo
esiste come principio di verità. (Gli odiatori del corpo). Mentre per la filosofia
idealistica di G. Berkeley soltanto la mente e le sue percezioni esistono (Trattato
sui principi della conoscenza umana).
Secondo Arthur Schopenhauer, il corpo è nella
sua essenza, cioè come “volontà di vivere”.
Così il corpo diventa uno strumento degli
oggetti materiali semplici oggettivazioni della
volontà. Henri Bergson sostiene che il corpo è
un semplice strumento dell’azione pratica di
una coscienza spirituale. Secondo E Husserl il
corpo è un’esperienza vivente che viene isolata
mediante
una
serie
di
riduzioni
fenomenologiche (Meditazione cartesiane).
“Gli spiriti sono qui, dove sono i corpi, nello
spazio e nel tempo naturali, ogni volta e fintanto
che i corpi sono corpi viventi. Husserl”. Alla
concezione husserliana del corpo richiamano in
modi diversi, come J. P. Sartre (L’ essere e il
nulla) è presente in ogni progetto della coscienza in quanto rende possibile
l’apertura al mondo e agli altri. e anche M. Merleau – Ponty (Fenomenologia della
percezione) qui M. Ponty torna il tema dell’apertura al mondo, resa possibile da
quella dimensione originaria in cui la consapevolezza che abbiamo del nostro
corpo.
Però il corpo parla. Il corpo racconta e possiamo anche dire che il corpo chiede
aiuto. E proprio il corpo è il luogo in cui s’inscrive il potere, è il dominio esteso
di una torsione di senso. Sostengono M. Foucault, Gilles Deleuze, e Giorgio
Agamben. “Il potere si è addentrato nel corpo, esso si trova esposto nel corpo
stesso.” Il corpo diviene una totalità in cui le differenti parti si trasformano in
“organi”, ognuno finalizzato all’efficienza e produttività dell’intero, e il potere
vuole il corpo come si fa chiusura difensiva verso tutto ciò che è “fuori” e che è
visto come negativo, pericoloso, da eliminare. Viviamo quello tecnico-politico,
costituito da tutto un insieme di regolamenti militari, scolastici, ospedalieri, e da
processi empirici e ponderati per controllare o correggere le operazioni del corpo.
Il corpo diventa come Il cilindro beckettiano (possiamo ricordare Le dépeupleur,
1970 “Lo spopolatore” di Samuel Beckett), non è dunque semplicemente un
edificio di reclusione, ma un dispositivo architettonico del controllo e della
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