Con quale genere fotografico ti
trovi più a tuo agio e perché?
Quello che più mi piace è il genere
fashion finalizzato ai commerciali.
Semplicemente mi piace dare un
senso a quello che faccio e i
commerciali sono sempre finalizzati
a qualcosa. Ovviamente lo stesso
discorso vale per gli editoriali,
comunque il fashion è in assoluto il
genere che preferisco. Mi diverto
molto anche nel ritratto perché
spesso mi viene data l’opportunità
di “giocare” con le espressioni!
Cosa ti distingue dalle altre
modelle?
Questo non dovrei dirlo io,
dovreste chiedere a chi ha lavorato
con me... ma ti posso dire che forse
mi distingue il considerare questo
lavoro come una vera passione e
non solo una fonte di reddito.
Faccio la modella perché amo
posare, e quindi ogni set per me è
una vacanza! Ogni volta che devo
scattare passo un sacco di tempo a
studiare il lavoro da fare, le pose, le
espressioni, parlo con il fotografo di
tagli particolari che potremmo dare
alle foto, invento situazioni nuove e
dico sempre la mia: penso che lo
spirito di squadra sia un elemento
importante in questa professione.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro e alcuni di loro ho avuto modo di Qual è stato il momento più bello
cosa meno?
divertirmi davvero sul set, è come della tua carriera da attrice?
Non mi piace l'atteggiamento di
alcune persone. Sono gelose,
invidiose e avide del loro lavoro e
dei loro contatti. Parlo di modelle,
ma anche di fotografi, stilisti,
truccatori… È così per tutte le
categorie, purtroppo. Altre volte,
invece, si incontrano professionisti
di livello molto più elevato, e con
tornare ad essere ragazzini quando
si lavora con serenità: si scatta per
dare qualcosa di se stessi, magari
un'emozione, e non si ha paura della
concorrenza. La concorrenza c’è
sempre stata e sempre ci sarà, e a
chi fa paura consiglio di trovarsi un
lavoro come dipendente, dove non
si rischia nulla.
RIMLIGHT Models & Photographers Magazine n. 7/2016 - 11
Il momento più bello da attrice è
stato quando ho visto stampata la
mia bella faccia su uno schermo di
dimensioni abnormi in cinema
newyorkesi. Un cortometraggio a
cui avevo partecipato era arrivato in
finale al New York City
International Film Festival per ben
tre categorie e il corto per una