relazione san zeno 2017 | Page 5

Tutto questo comporta una nuova configurazione degli spazi dell’ascolto, che supera il “servizio a sportello” e tende ad una riorganizzazione dei luoghi interni ed esterni finalizzata a trasmettere una capacità di “accompagnamento” che si esprime nello “stare a fianco”. Si tanno riorganizzando gli spazi, ma sono anche stati avviati percorsi di formazione per potenziare il volontariato, al fine di generare circuiti virtuosi di animazione di comunità che contribuiscano a creare strumenti a supporto delle persone e famiglie in difficoltà, quali reti informali e di socialità. I percorsi proposti dall’Associazione di Carità San Zeno Onlus hanno l’obiettivo di sostenere il volontario nell’elaborazione di risposte alle problematiche che gli vengono presentate; di fornire strumenti di lettura del territorio; di stimolare al lavoro in rete.

La sfida formativa è una delle più importanti; oggi più che mai è indispensabile per innescare un cambiamento. I punti su cui si sta lavorando sono: la motivazione al volontariato; lo stile e la competenza nell’ascolto e nella relazione d’aiuto; la gestione delle relazioni e dei diversi ruoli all’interno dei gruppi caritativi; la capacità di lettura del territorio; il lavoro in rete e di rete quale precisa scelta pastorale improntata alla comunione e alla corresponsabilità. Negli ultimi tre anni è stato avviato un percorso per sviluppare piccoli osservatori locali grazie alla radicata presenza dei punti di ascolto territoriali. Dalla reale conoscenza delle risorse di un territorio risulta decisamente più immediato il passaggio verso la costituzione di reti solidali e l’attivazione di risposte non puramente erogative. I tavoli di coordinamento locale sono un ulteriore strumento per leggere i contesti ed elaborare risposte condivise e complesse . Si tratta di creare spazi nei quali le realtà caritative di un territorio (insieme a quelle istituzionali) condividono linee operative, metodo, progetti e valori. Essere punto di ascolto territoriale oggi, significa sviluppare, recuperare e/o implementare spazi di incontro, socializzazione, formazione e buona cultura per produrre attenzione e cura collettiva incentivando le relazioni corte e la spontanea interconnessione tra risorse, saperi e capacità. A Verona è stata strutturata una vera e propria officina culturale, che comprende nuovi spazi laboratoriali dove cittadini, volontari e famiglie aiutate possono mettersi in gioco, acquisire competenze, ottenere informazioni e spunti concreti per gestire al meglio le risorse a disposizione.