Rapporto origini e garanzie materie prime VERSIONE INTEGRALE | Page 42

42 LE CARNI In espansione i consumi avicoli e suini, in contrazione il settore bovino. Le previsioni Ue per il comparto carni sottolineano anche una potenziale crescita dei costi di produzione. Secondo le previsioni dell’Ue nei prossimi anni il comparto delle carni potrebbe mostrare le tendenze di seguito delineate in modo estremamente sintetico: • variabilità dei consumi, in termini quantitativi e qualitativi con spostamento da una referenza all’altra e conseguenti modifiche dell’import comunitario da paesi terzi, a seguito di possibili eventi patogeni; • potenziale crescita dei costi di produzione sulla base di quanto recentemente accaduto, legato soprattutto agli aumenti delle voci relative ad alimentazione, fertilizzanti, carburanti, terra e lavoro, a fronte peraltro del difficoltoso accesso ai finanziamenti per investimenti; • da un punto di vista valutario, un possibile rafforzamento dell’euro comporterebbe una perdita di competitività dei prodotti comunitari con conseguente calo delle esportazioni e un appesantimento del deficit commerciale; • per quanto riguarda i consumi interni si prevede un aumento degli acquisti di carne suina e avicola, con un calo di quella bovina, frutto della crisi economica; • infine, l’Ue conferma l’espansione del comparto avicolo, grazie alla buona competitività in termini di prezzo e alla capacità di soddisfare contemporaneamente le esigenze di trasformatori, dettaglianti, consumatori. La nuova programmazione PAC conferma il sostegno ai comparti della carne nei casi di diffusione di malattie animali o di cali dei consumi per la perdita di fiducia dei consumatori nei confronti della salubrità dei prodotti. Allo stesso tempo, sembra essere presente una disparità di trattamento tra produzioni simili (es. differenze negli aiuti accoppiati per carni bovine, suine e avicoli) che possono generare distorsioni sul mercato. mente deficitaria non solo per quanto riguarda gli animali vivi ma anche per la carne pronta e ciò la porta ad essere dipendente dalle importazioni, che arrivano soprattutto dai partner Ue quali Irlanda, Francia e Germania ma sta crescendo anche l’importanza della Polonia che, dopo l’entrata nella comunità, ha incrementato, in modo costante, l’entità dei suoi allevamenti bovini. Recentemente tale saldo è lievemente migliorato grazie ad un incremento delle esportazioni ma l’import si mantiene sempre su livelli decisamente elevati. Nel contempo, negli ultimi anni i consumi italiani si sono modificati a seguito della crisi economica evidenziando uno spostamento degli acquisti verso i prodotti di derivazione bovina di minor prezzo (carni di bovino adulto). Carne Bovina L’OCM relativa alle carni bovine nacque negli anni ’60 con gli obiettivi principali di incrementare la ridotta autosufficienza attraverso una protezione dell’offerta (tramite un sistema di prezzi predefiniti) e, nel contempo, di contenere i crescenti prezzi al consumo. Dunque, stimolare sia i consumi sia la produzione interna. Le recenti riforme agiscono in un’ottica di alleggerimento della protezione del comparto e, quindi, delle spese per la politica a suo carico tramite una riduzione dei prezzi di intervento e, soprattutto, di quel regime di aiuti e premi a capo, stabilito in passato, limitandone l’entità e inserendo elementi di favore per gli allevamenti estensivi, seguendo un’ottica di contenimento del carico ambientale. La filiera bovina da carne si caratterizza per la presenza, soprattutto nelle regioni settentrionali, di strutture di allevamento di grandi dimensioni e specializzate che incidono però percentualmente in modo poco rilevante sul totale delle unità perché affiancate da un elevato numero di piccoli e piccolissimi allevamenti, spesso a conduzione familiare, localizzati prevalentemente nelle aree meridionali o marginali della penisola. Il patrimonio bovino italiano è diminuito ancora nel 2011 scendendo al di sotto dei 2 milioni di capi (1,955 milioni) e, in maniera più consistente, si è ridotto anche il numero degli allevamenti, confermando le problematiche del comparto. L’Italia, nel complesso, è forte-