Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2014
Quando la revisione dello standard di consumo è protratta, essa configura una
situazione di sofferenza per i soggetti interessati tale da portare anche all’esclusione dalle relazioni sociali.
Nel momento in cui presentano specificità di carattere territoriale di tale dimensione, la presenza di divari è da sempre considerata fra gli indicatori di insostenibilità di un modello di sviluppo dal punto di vista della coesione sociale.
La crisi ci lascia in eredità un allargamento dei differenziali nel tenore di vita
lungo il territorio nazionale di entità clamorosa, e probabilmente destinata ad
allargarsi negli anni a venire. La distribuzione dei consumi lungo il territorio nazionale è anche rappresentativa di elementi di carattere culturale. Emblematico
il fatto che il Sud presenti dei divari molto ampi in termini di consumi familiari
per la maggior parte dei capitoli di spesa, riuscendo a colmare il gap solamente per la componente dell’alimentare e nelle comunicazioni: seduti a tavola e
quando parlano al cellulare gli italiani sembrano somigliarsi di più.
Decisamente più marcata, infine, la distanza Nord-Sud prendendo in esame
voci di spesa a carattere più voluttuario, quali tempo libero, cultura e articoli di
arredamento per la casa.
Riquadro 3.3 La sharing economy
Car pooling, bike sharing, co-working, couchsurfing sono le parole nuove dei
consumi degli italiani. Un nuovo modo di soddisfare i propri bisogni rinunciando alla proprietà esclusiva ma condividendo l’uso di beni e servizi in cooperazione con altri fruitori. È questa la nuova economia della condivisione dove si
in crociano i vincoli economici sempre più stringenti delle famiglie italiane e le
opportunità crescenti della intelligenza collettiva delle rete. Se oggi la sharing
economy ha un significato economico marginale ed è sperimentata soprattutto
dai giovani, in un prossimo futuro, il consumo condiviso potrebbe diventare
una pratica diffusa in larghe fasce della popolazione, soprattutto in Italia. Infatti,
tra gli italiani che usano internet, oltre il 50% ha già provato o si dichiara pronto
a sperimentare questa nuova modalità di consumo.
Per una volta dimostrando più disponibilità all’innovazione di altri Paesi europei. Dall’auto ai prodotti di elettronica, dall’abbigliamento ai mobili per la casa
siamo disposti a condividere di più, forse recuperando un tratto sopito della nostra cultura nazionale. Le modalità in cui si realizzano il consumo collaborativo
sono diverse e possono essere più o meno organizzate. Alcune sono associate
allo scambio, al prestito e al baratto di beni (abbigliamento, accessori, arredamento, ecc.).
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