Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2014
che non dispongono di capacità di risparmio, hanno invece dovuto adeguare i
propri livelli di consumo ai più bassi livelli del reddito.
Figura 3.1. Quanti consumi in meno dalla crisi
Consumi delle famiglie - miliardi di euro a prezzi 2005
92 0
900
La crisi
ci ha tolto
100 mld
di consumi!
880
860
840
820
800
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
Fonte: REF Ricerche su dati Istat
La dimensione quantitativa del cambiamento si accompagna anche ad una
diversa struttura della composizione della spesa. Per esaminare in maniera approfondita il fenomeno, è stato condotto un esercizio di benchmarking su due
differenti archi temporali: uno di lungo periodo (2000-2014) ed uno delimitato
all’epoca della crisi economica (2008-2014).
Mettendo a confronto la struttura dei consumi attuale con quella del 2000, si
rileva come le voci la cui incidenza è aumentata maggiormente sono le spese
per l’abitazione, passate dal 18% al 24%. La quota del budget familiare destinata a queste componenti è cresciuta in misura significativa soprattutto perché
è aumentato il costo delle utenze, trainato in parte dai rincari del prezzo del
petrolio, che ha innalzato il costo dell’energia e del combustibile da riscaldamento, e in parte dalle diverse misure di aumento di accise e tariffe che si sono
scaricate su questa componente della spesa.
Trattandosi peraltro di voci di spesa tendenzialmente incomprimibili, cosiddette spese “obbligate”, l’effetto di tali rincari è stato quello di aumentare
la parte del bilancio familiare destinata a tali spese, a scapito delle altre voci.
All’opposto, cade soprattutto l’incidenza della spesa nel vestiario, in calo di
2 punti percentuali, e nell’alimentare (-0,6%). In discesa anche il peso delle
comunicazioni, e in questo caso vi è un effetto favorevole di prezzo dato dalla
caduta dei costi della telefonia rispetto a quindici anni fa, mentre nei trasporti
scende molto la quota della spesa destinata all’acquisto dell’auto.
In ultimo, è aumentata la quota della spesa per i pasti fuori casa (+1%), in
funzione del cambiamento delle abitudini lavorative e dei nuovi stili di vita.
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